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24 Novembre 2012 , ,

Bat For Lashes 19 Novembre 2012, Alcatraz, Milano


bat for lashesA volte capita di ritrovarti con un risultato superiore alle aspettative. Così potrei riassumere quello che è accaduto al concerto del 19 novembre dei Bat For Lashes, moniker sotto il quale si nasconde la cantante e polistrumentista Anglo-Pakistana Natasha Khan. L’unica data Italiana all’Alcatraz di Milano non è andata sold-out ma ha visto comunque una buona affluenza di pubblico che ha tributato una calda accoglienza anche al gruppo di supporto, i Race Horses, gruppo gallese autore di un buon mix pop psichedelico con il cantante Meilyr Jones dai vaghi rimandi al miglior Jonsi dei Sigur Ros. I Gallesi suonano per circa 45 minuti che scorrono piacevolmente ed alle 21 circa ci salutano augurandoci un buon proseguimento. Lungo cambio di palco che, visto che di solito a Milano i concerti finiscono piuttosto presto (almeno quelli nei luoghi più rinomati) ci fa presagire un set non molto lungo.

 

Alle 21.45 salgono sul palco subito accolti molto calorosamente i Bat For Lashes, che dopo un breve saluto della Khan, iniziano con Lilies, tratta dal nuovo, terzo disco della band “The haunted man” che appunto in questo periodo Natasha sta portando in tour in giro per l’Europa, e che si sta rivelando decisamente come uno dei migliori dischi dell’anno. Segue, accolta con un ovazione da parte dei presenti, What’s a  girl to do?  dalBAT FOR LASHES disco d’esordio del 2006 “Fur and Gold” e seguita da Glass tratta dal secondo lavoro “Two suns”. Natasha, avvolta in un abitino bianco, capelli neri a caschetto, ci ammalia sin da subito con la sua semplicità, il suo sorriso mentre ci ringrazia tra un brano e l’altro, ma soprattutto ci colpiscono la presenza scenica e le qualità vocali davvero notevoli.

 

 

Formazione a cinque, scenografia essenziale (lampade in stile primi novecento appese qua e là ad accendersi e spegnersi ritmicamente a tempo con la musica nei brani più movimentati) e la nostra che si alterna alle percussioni e al piano come durante la bellissima Horse and I, oppure capace di una struggente interpretazione del nuovo singolo Laura per sola voce e piano. Il set si conclude con la ritmata Pearl’s dream dove la Khan ci incita a battere le mani a tempo per quasi l’intera durata del brano. Dopo la classica breve pausa di rito, la band ritorna sul palco per gli ultimi due encores, la title-track dell’ultimo disco The haunted man e Daniel,  tratto da Two suns e che ha fatto conoscere anche da noi l’artista Inglese.

 

Sono le 23, Natasha ci saluta sempre con un gran sorriso e con quella semplicità che l’ha accompagnata per tutto il set (15 canzoni di cui sette dall’ultimo lavoro) mentre noi ci accingiamo ad uscire con l’unico rimpianto, se così possiamo dire, di un concerto durato un po’ troppo poco, considerando che Bat For Lashes è/sono (arrivato alla fine di BAT FOR LASHESquesto report ancora non riesco a decidermi se considerarlo un gruppo o semplicemente un nome proprio) al terzo disco; però il rapporto qualità/tempo gioca nettamente a favore della ragazza che, devo dire, come scrivevo all’inizio si è dimostrata superiore alle aspettative, e già anche dal vivo di una spanna superiore alle varie pseudo reginette della scena indie come Anna Calvi, Grimes o Zola Jesus solo per citarne alcune che ho avuto modo di vedere dal vivo nel recente passato. Insomma, un live che consiglio a tutti di vedere perché davvero sorprendente nella sua ammaliante semplicità e delicatezza, ma anche energia e coinvolgimento, confidando nel classico ritorno per alcune ulteriori date in coda alla fine del tour attualmente previsto.

 

 

Ubaldo Tarantino
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