Migliora leggibilitàStampa
18 Ottobre 2019

Reverendo Lys BORN LOSERS – Pepite E Lastre Di Selce

2019 - Arcana - 435 pp.

 

Un libro di garage punk dal titolo "Born Losers" e dal sottotitolo "Pepite e Lastre Di Selce", non poteva che essere stato scritto da Reverendo Lys (Franco Dimauro). Uno che ha sempre scritto di questo argomento e che ne incarna l'attitudine fino al midollo. Le sue recensioni sono identiche alla musica che lui predilige: schiette, pungenti, appassionate. Ha scritto in svariati magazine musicali tenendo sempre fede alla sua estetica più autentica e senza compromessi. Forse la sua schiettezza ha urtato il perbenismo ipocrita di qualcuno, il servilismo opportunista di qualche altro. La compiacenza riservata da certa carta stampata a certi canali preferenziali del business discografico e tutta questa serie di cose meschine e piccoline che certo non potevano adattarsi ad una mente brillante e creativa come quella di Franco Dimauro. Spirito libero di grande coerenza e ancora più indipendente e fieramente svincolato di tutti i dischi che in questi anni ci ha raccontato. Nel 2013 con la sua ostinata tenacia ha aperto un blog tutto suo e buttato via il bavaglio di circostanza. Ha dato briglia sciolta alla sua fantasia sdoganando senza alcun ritegno tutto il suo variegato mondo di freaks e di scapestrati, di storie maledette e di aneddoti intriganti e piccanti, conquistando una fetta di lettori sempre più ampia e affezionata, al punto che nel 2018 ha vinto la targa MEI come miglior blog personale. Mancava proprio questa ciliegina di libro per assicurare un deposito legale e un imprinting  ufficiale al suo percorso estetico. "Born Losers" è un vademecum essenziale in un formato affatto tascabile. Un mattoncino di 435 pagine molto dense che abbraccia sei decadi, dagli anni Sessanta ai Dieci del nuovo millennio, tutte declinate esclusivamente alla fenomenologia e alla parabola esistenziale di questo genere musicale. Contestualizzazione storica e sociale, diffusione territoriale, 45 giri più rappresentativi, band e album fondamentali. Grazie all'assenza di un indice analitico dei nomi e dei gruppi è concepito per essere ruminato, per ritornaci sopra, per riempire le pagine bianche finali. Nello stesso tempo ha tutta la praticità e l'immediatezza di un'opera garage grazie alla sua scomponibilità, trasversalità e sovrapponibilità. Insomma lungi dalla pretenziosità e dalla prolissità delle cose che si prefiggono un obiettivo ambizioso di esaustività e di guida completa, questa è semplicemente la creatura di Lys! Ne rispecchia la personalità, i gusti e le preferenze. Si può immaginare qualcosa di più autentico? Tutto è raccontato con il suo piglio appassionato e intenso. Queste pagine si fanno amare perché sono coinvolgenti, intriganti, condite dello stesso lisergico stupore e della stessa energia degli eroi perduti e perdenti che ci sono finiti dentro. Compreso lui, il Reverendo Lys!

Il fenomeno garage  brucia in fretta, il suo fulgore incandescente tocca una manciata di anni che l'Autore identifica con una data di inizio e di fine ideale che poi lascia spazio solo a una scia di nostalgico revivalismo. La colonizzazione da parte dei Beatles degli Stati Uniti con l'arrivo a New York per il loro primo tour nel continente, il 7 febbraio 1964, e l'uscita, sempre ad opera dei Beatles, del loro album "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band" il primo agosto 1967. Una tesi indiscutibilmente veritiera nell'apparenza anche se di fatto il garage potrebbe ascriversi alla vera essenza del rock e pertanto inestinguibile nella sua sostanza. Ne è il vagito innocente di quando si è affacciato al mondo, l'anima fanciullesca, provocatoria, impulsiva, dilettantesca e giocosa, ne è la ribellione alle regole formali, l'insofferenza alla staticità e a una concettualità ragionata. Il linguaggio rock non può che essere intrinsecamente garage, ruvido, abrasivo, destabilizzante, rabbioso, primitivo, disinibito. Anche nel fare il verso a se stesso non può mai perdere la sua vena di purezza, di voglia di comunicare con modalità espressive efficaci e sinergiche.

Ecco allora le pietre miliari: The Sonics, The Standells, The Seeds, The Electric Prunes. I padri fondatori: Link Wray, Troggs, Chocolate Watchband, Pretty Things e Them. Ecco il proto punk seminale che ne rivaluta i dogmi: MC5, The Stooges e Flamin' Groovies. Gli adepti più immarcescibili: The Fleshtones e The Cramps e le epopee di band della nuova onda che sono salite alla ribalta grazie a un talento amatoriale e una pervicacia senza compromessi, parliamo di Chesterfield Kings, Fuzztones, Sick Rose e i nostri leggendari Not Moving. Il testo è corredato anche da una serie di interviste che aiutano a familiarizzare con alcuni indiscussi protagonisti, in pieno spirito di connessione empatica con un genere che non è solo musica ma filosofia di vita. Sono tanti i passaggi che entrano nel cuore e che toccano emotivamente. Tante le battute sagaci che fanno ridere fino alle lacrime. Perfino negli anni più recenti non mancano le sorprese o le pepite inaspettate, così come non mancano le emulazioni nostalgiche legate alla fruizione sempre più liquida del medium musicale e alla inevitabile scomparsa del collante sociale e aggregante da quest'ultimo veicolato. Reverendo Lys, con le sue camicie stampa optical e i suoi pantaloni aderenti che lasciano uscire le punte aguzze delle scarpe come pungoli per il risveglio della coscienza, ci consegna questo scrigno per scuoterci dal torpore e dall'apatia dell'omologazione. Un libro che non può che fare bene. A tutti.

Romina Baldoni

Video

Inizio pagina