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21 Ottobre 2021 ,

Jo Berger Myhre Unheimlich Manouvre

2021 - Rarenoise Records / Goodfellas
[Uscita: 24/09/2021]

Procede sempre alla grande l’inarrestabile crociata sonora della benemerita RareNoise Records atta a portare a conoscenza di pubblico e ascoltatori più attenti, musiche “altre”, sperimentali e particolari di ogni genere e parte del mondo di qualità quasi sempre superiore alla media. Nel caso di Jo Berger Myhre e del suo “Unheimlich Manouvre”, primo suo album solista dopo decine di importanti collaborazioni, il viaggio ci porta in Norvegia dove il contrabbassista di Oslo, che si cimenta anche al basso elettrico e a vari marchingegni elettronici, coadiuvato dal piccolo aiuto dei suoi amici ospiti, propone un affascinante affresco sonoro prevalentemente ambient ma non solo. E se il romantico e piacevolissimo incedere da soundtrack di Aviary ha una parvenza quasi orecchiabile, non è così per il resto dei brani che si muovono tra gli sperimentalismi stridenti del contrabbasso suonato con l’archetto su tappeti dronici (Everythings Effacing) o le dissonanze rumoriste di Smallest Things Part 1 dove il contrabbasso duetta all’unisono con l’upright piano dell’ospite Jana Anisimova. Cynosure è invece un seducente esempio di world/ambient grazie alle percussioni etniche dell’iraniano Kaveh Mahmudiyan (tombak) presente anche in altri brani, e a un’atmosfera ovattata e soffiata che pur in assenza di tromba ricorda qualcosa di Jon Hassell. Ancora Gate Opens è ambient delicato dove Berger Myhre lascia il proscenio alla chitarra acustica di Jo David Meyer Lisne, mentre in Smallest Thinghs Part 2 si ascolta un suggestivo recitato per voce femminile (Vivian Wang) che su un tappeto sonoro persino vagamente pinkfloydiano proferisce alcuni passi del super classico di Raymond Carver “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore”, mentre per contro Perils si avvale di momenti cacofonici, Sustainer vede il compositore norvegese abbandonare archetto e quattro corde per dedicarsi esclusivamente alle tastiere elettroniche per poi concludere l’album ancora con il basso e sperimentalismi vari di grande impatto e fascino (Inner Relations). Musica, ovviamente, per orecchie e cervelli particolari che amano esplorare, conoscere, e in questo caso certamente apprezzare, situazioni altamente creative da centellinare ascolto dopo ascolto per coglierne ogni più piccola e ammaliante sfumatura.

Voto: 7/10
Maurizio Pupi Bracali

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