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6 Aprile 2021 ,

La Morte Viene Dallo Spazio Trivial Visions

2021 - Svart Records
[Uscita: 26/03/2021]

S'intitola “Trivial Visions” l'atteso secondo LP per i La Morte Viene Dallo Spazio, act milanese dedito ad un rock oscuro e dal sublime sapore retrò che ci fa riscoprire le atmosfere sci-fi e horror di alcuni film di culto degli anni '50-'70 del XX secolo. Il quintetto milanese, il cui moniker è un omaggio all'omonimo film girato nel 1958 dal regista Paolo Heusch - considerato come il primo film di fantascienza made in Italy -, si muove stilisticamente parlando entro i più classici canoni del genere: richiami alla psichedelia UK, al kraut-rock, forte uso di strumentazioni analogiche distorte (organo, theremin) e flauti inquietanti, un tappeto sonoro sul quale spicca una sessione ritmica pulsante e claustrofobica e l'ammaliatrice voce da strega aliena di Melissa Crema, assai efficace nel suo fare saltuariamente capolino in maniera stridente nel mezzo delle lunghe cavalcate strumentali della band. “Trivial Visions” è un lavoro che, nonostante le atmosfere da classica OST di un film di “serie B” dell'epoca, trasmette la forte fascinazione tipica di quelle opere cinematografiche, ovvero la curiosità e l'inquietudine dell'uomo verso il futuro con tutte le conseguenti domande esistenziali riguardanti l'umanità intera. La scienza e l'esplorazione del cosmo porterà alla realizzazione di un'utopia intesa come progresso per tutti, oppure l'uomo con la sua sete di potere e conoscenza darà soltanto vita agli scenari più distopici e desolanti? Inutile dire che le “visioni” dei La Morte Viene Dallo Spazio sono quelle del secondo scenario, con la conseguente pelle d'oca suscitata dai cupi e agghiaccianti otto brani presenti nel disco. Le paure del ventesimo secolo non sembrano essere passate, anzi, l'epoca della catastrofe ecologica e della pandemia in cui stiamo vivendo sono solo due delle più concrete realizzazioni di scenari pre-apocalittici che solo un certo immaginario dell'epoca aveva il coraggio e la sfrontatezza di affrontare, venendo sminuito come cinema di “serie B” un po' per la povertà di mezzi a cui erano costretti i registi, un po' per la volontà della cultura mainstream di sminuirne l'effetto sul pubblico in nome di una cieca fede nel progresso continuo, rivelatasi assai ingiustificata nei decenni a seguire. Inscritta nel canone di un genere in cui l'Italia ormai da qualche decennio rappresenta un'eccellenza globale – si pensi solo al catalogo della Black Widow Records – la musica dei La Morte Viene Dallo Spazio non colpirà forse per il carattere innovativo, ma l'estetica sublime che la pervade e il senso d'inquietudine trasmesso ci consente di considerare il gruppo formato da Melissa Crema, Stefano ‘Bazu’ Basurto, Camilla Chessa, Angelo Avogadri e Federico Rivoli fra i maestri italiani del genere, vuoi per la perizia tecnica, vuoi per il modo affascinante in cui ci fanno cogliere l'inquietudine verso il futuro confrontando lo sguardo di ieri con quello dei nostri strani giorni.

Voto: 7.5/10
Fabio Rezzola

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