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16 Settembre 2014

My Brightest Diamond THIS IS MY HAND

2014 - Asthmatic Kitty
[Uscita: 16/09/2014]

                                                                      USA

my b.diamondEffetto St. Vincent anche per Shara Worden (El Dorado, 22 Aprile 1974) alias My Brightest Diamond. Battito elettronico e un imponente sezione di fiati anche per lei, come abbiamo ascoltato nelle opere recenti di Annie Clark, soprattutto il disco in coppia con David Byrne. E, dobbiamo dire, funziona, dato che questo disco ci sembra più interessante dei precedenti incisi dalla cantante  e polistrumentista di El Dorado. L’iniziale Pressure è emblematica: rullo di tamburi, riff di ottoni, un clarinetto ricama, screziature elettroniche, e poi entra la voce a guidare il gioco. La poliedrica Shara confessa che oltre all’ascolto delle marching bands - che in un’intervista spiega essere una delle pochissime realtà culturali americane non soggette a tagli - nella composizione di Pressure è stato fondamentale l’ascolto di Lady Gaga. Sembrerebbe bizzarro in un’artista dalla formazione classica, le cui prime folgorazioni in campo rock sono stati Antony e Nina Nastasia e lo scopritore Sufjan Stevens (come per St. Vincent, il cerchio si chiude) ma le vie della musica sono infinite.

 

Infatti questo disco potrebbe avere un bel potenziale commerciale: Lover killer, il brano dall’andamento più soul, farebbe bella figura in una radio che ha una programmazione non banale, così come la ritmata I am not the bad guy, che ha un notevole sviluppo melodico ben contrappuntato dai fiati swinganti. Con gli ultimi brani il disco prende un andamento mbdintimista, che dà buoni frutti. Shape, dal ritmo minimale ben contrappuntato da clarinetto, chitarra e rumorini elettronici è tra le vette del quarto lavoro inciso da Shara a nome My Brightest Diamond. I fiati tacciono in So easy dalla melodia esotica e in Resonance dai tamburi tribali, sebbene sia un brano dal ritmo lento, ma gli arrangiamenti raffinati non li fanno rimpiangere. Scrittura più complessa per la conclusiva, ieratica, Apparition. Un aspetto che non convince appieno chi scrive queste righe è quando la voce della Worden, bella nel suo timbro pastoso, eccede in lirismi di stampo classico. Un disco piacevole all’ascolto ma che soffre di una certa mancanza di originalità: Shara Worden scrive bene, ma manca del guizzo che la renda inconfondibile.

 

Voto: 7/10
Alfredo Sgarlato

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