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9 Aprile 2020 ,

Helicon This Can Only Lead To Chaos

2020 - Fuzz Club Records
[Uscita: 24/01/2020]

A tre anni di distanza dall’esordio (“Helicon”, Fuzz Club Records, 2017) tornano gli scozzesi Helicon (da non confondere con gli omonimi metallari germanici ora non più esistenti, né coi nostrani Helikon facitori di trash metal in quel di Brescia) alfieri di un’acclarata psichedelia che si compiace di sfaccettarsi verso sonorità parentali ed eterogenee fermo restando la principale componente ipno-dopatica filo conduttore dell’opera. Quasi equamente diviso tra brani strumentali ultra lisergici e altri, parimenti psicotropi, dove si odono voci lontane e trascendentali, l’album si muove tra le varie influenze musicali che raggruppate formano la solida ossatura dell’opera. Ecco così che un brano esclusivamente strumentale, possente e potente, quale Sound Of Confession, che apre mastodonticamente l’album, oltre ad essere pervaso da una psichedelia indiscussa, flirta con altre realtà musical-psicotrope quali lo stoner e perfino il kraut-rock di lontana e germanica memoria. Tra tastiere stridenti e chitarre fuzzate e sferraglianti a formare muri di feedback simil-shoegaze (Pure Filth) appare pure un sitar solista (o presunto tale) che pur evocando l’India come sonorità non fraseggia del tutto indianamente regalando in Bardo Thodol e soprattutto in The Sun Also Rises i momenti più orecchiabili dell’album mentre non è così nei brani “cantati” dove la voce lontana e “coperta” dal rumoristico muro di suono richiama addirittura situazioni in cui Jesus & Mary Chain sarebbero volentieri convolati a nozze. (Glasgow Uni Accent e What You Love Will Kill You). La cosa si ripete anche in In The End che pur rispettando ancora rumorismi e muri di feedback è il brano “più canzone” di tutti con la sua melodia lenta e tranquilla persino canticchiabile e una chitarra solista che punteggia con discrezione il tutto. Un altro paio di brani più lenti e oppiacei che evocano psichedelicità più tranquille e incorporee sono la conclusiva Cosmic John con voce quasi recitante e la suggestiva e delicata With Graceful Menace. Tra sperimentazioni cosmiche, atmosfere shoegaze, ritmi motorik, rumorismi e situazioni di alternative rock, un album da sufficienza piena da ascoltare al massimo volume per apprezzarne la potenza e la qualità indiscussa.

Voto: 7/10
Maurizio Pupi Bracali

Audio

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