Migliora leggibilitàStampa
31 Gennaio 2020

Nektar The Other Side

2020 - Esoteric Antenna
[Uscita: 24/01/2020]

Quando, il 27 giugno del 2016, Roye Albrighton, chitarrista storico e fondatore della band, decede, i Nektar si sciolgono, si pensa, definitivamente. Invece, la storica formazione inglese di rock progressive, ritorna nuovamente nel 2019, con due dei membri primigeni, Ron Howden alla batteria e Derek Moore, tastiere, basso e voce. Lontani gli anni in cui i Nektar sfornavano dischi di assoluto pregio dal loro ‘refugium peccatorum’ di Amburgo negli anni ‘70, quali ad esempio “Journey To The Centre Of The Eye” o “A Tab In The Ocean”. Per rinverdire i fasti, i Nostri, con al fianco Kendall Scott alle tastiere, Ryche Chlanda alla chitarra e Randy Dembo al basso, rivestono i panni più fulgidi della loro attitudine progressive e rilasciano per i tipi della Esoteric Antenna l’ennesimo album, “The Other Side”. Un album di puro e schietto progressive del ventunesimo secolo, con tutta l’abilità e l’esperienza che i consumati professionisti riescono a dispiegare tra le pieghe del tessuto sonoro. A partire dall’incipit di I’m On Fire, la chitarra è aggressiva al punto giusto, le tastiere scivolano via come su un molle velluto multicolore, creando atmosfere intriganti. L’inizio etereo di Skywriter si dipana come una morbida ballata in stile folk-prog, con la voce che fa da contrappunto alle pulsazioni vibrate del basso e al suono roccioso delle tastiere, con la chitarra che irrompe nel finale con tirate rock di ottimo rilievo. Paradossalmente, per un gruppo progressive, proprio la lunga suite di Love Is/The Other Side invece che costituire il nerbo dell’album ne rappresenta il lato più debole: nei suoi quasi diciotto minuti, essa risulta piatta, mai pregnante, spenta nei ritmi e dai colori smorti, mentre a sontuosi livelli riattinge l’intensa Drifting, con chitarra e tastiere in superba evidenza. Così come di eccellente matrice risulta essere Devil’s Door, introdotta dalle note sognanti della chitarra appena arpeggiata, prima di assurgere al classico stile prog-rock che appartiene ai Nektar e ne segna il tratto caratteristico, con le tastiere a recitare un ruolo dominante, e la chitarra ebbra di brucianti ‘a solo’ di squisita fattura. Lo splendido interludio, tastiere come tuffate in placide acque lacustri, di The Light Beyond conduce ai due segmenti finali, Look Tru Me e Y Can’t I B More Like U, che non riescono a innalzarsi a sufficienti livelli di bellezza e che suggellano un album circonfuso di luci e ombre, ma certamente alquanto dignitoso.

Voto: 6.5/10
Rocco Sapuppo

Audio

Video

Inizio pagina