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3 Dicembre 2022

Upupayāma The Golden Pond

2022 - Centripetal Force / Cardinal Fuzz
[Uscita: 04/11/2022]

Alessio Ferrari è un polistrumentista italiano che vive nell’Appennino parmigiano, “The Golden Pond” è il suo secondo lavoro ed esce, come l’esordio, per due etichette straniere la Centripetal Force per il mercato americano e la Cardinal Fuzz per quello europeo. Nelle sue canzoni, espresse in una lingua inventata, perché spiega lo stesso Ferrari «Voglio che la mia lingua inventata sia un modo per abbattere le barriere che a volte vengono create dal linguaggio, dal dover definire tutto a tutti i costi.», sono disegnati paesaggi della mente, misteriosi e sognanti, probabilmente ispirati dalla natura nella quale vive, come lo stagno dorato del titolo del disco. Allora per godere appieno di questo bel disco la cosa è migliore è lasciarsi ammaliare, stordire dalla musica e partire per un viaggio lisergico ricco di fascino e magia. Il paragone fatto da qualcuno con gli svedesi Träd Gräs Och Stenar o con i Kikagaku Moyo, il cui fonico Yiu Kimiji ha mixato il disco precedente, ci sembra calzante, ma ci sentiamo anche il Claudio Rocchi più indiano e in genere l’influenza del folk psichedelico britannico. Nove i brani contenuti nel disco a comporre una serie di viaggi onirici ispirati a paesaggi naturali selvaggi e bucolici come accade nella lunga, più di sette minuti, traccia iniziale Cuckoos From The House Of Golden Tin, brano acustico dominato dal canto ieratico di Ferrari ma con improvvise fiammate elettriche, Entering The Time Of Wilderness agita le acque con una chitarra che sembra uscita dalla psichedelia californiana. La scaletta si dipana con l’incedere incalzante e ipnotico di Màs, un viaggio lisergico accostabile al siciliano Juju, il folk acido di Come Here, Noriko, una At The Fairie Bower intrisa di sonorità e spiritualità orientali, la ipnotica e salmodiante El Sueño De La Curandera con uno splendido crescendo finale. Gli ultimi due brani sono ottimi esempi di folk psichedelico trasognato e immaginifico con chitarra acustica ed elettrica che disegnano placidi e rilassanti itinerari per la nostra mente coadiuvati dal flauto. Il disco di Upupayāma dimostra la qualità della scena psichedelica italiana, purtroppo temiamo più apprezzata e considerata all’estero che da noi.

Voto: 7/10
Ignazio Gulotta

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