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1 Ottobre 2016 , ,

Colin Stetson SORROW. A REIMAGINING OF GORECKI’S 3RD SYMPHONY

2016 - 52hz
[Uscita: 08/04/2016]

Stati Uniti-Canada   #consigliatodadistorsioni  

 

colin stetson sorrowLa terza sinfonia op.36 per soprano e orchestra di Henryk Mikołaj Górecki (1933 - 2010), nota anche come la “Sinfonia dei Cantici Dolorosi” (1976), raggiunse la sua massima popolarità nel 1992, quando l’edizione della Elektra-Nonesuch vendette più di un milione di copie. Il cosiddetto 'minimalismo sacro' di quell’opera nasceva dall’incontro del sentimento religioso dell’autore con la sua adesione alle avanguardie degli anni ’60 (Stockhausen, Webern) e con una successiva apertura verso i canoni armonici. Considerata un inno contro la guerra, la Sinfonia dei Cantici Dolorosi, nelle intenzioni del compositore polacco, voleva essere una raffigurazione delle sofferenze legate alla separazione. Il primo movimento è una preghiera di una madre che ha perso il figlio in guerra, il secondo movimento è ispirato alla storia una giovane ragazza imprigionata dalla Gestapo che supplica la madre di non disperarsi per lei, il terzo movimento riprende un canto popolare in cui la Vergine Maria parla al suo figlio morente sulla croce.

 

Dopo l’uscita dei tre album dedicati alla nuova storia della guerra (“New History Warfare”, 2007-2013), Colin Stetson abbandona le sonorità hardcore avant-jazz per dedicarsi alla rilettura della terza sinfonia di Górecki. Lo fa spinto da una naturale inclinazione verso quell’oscurità nascosta all’interno dei cantici e verso l’ossessività dei suoi movimenti. Non colinstetsonsi tratta qui di evocare le strutture armoniche codificate da Górecki come fatto dai Godspeed You! Black Emperor in "Moya" (1999), ma di addentrarsi nella profondità dell’opera, rispettando la notazione originaria e ampliandone il nucleo emotivo, dilatandone il lato più oscuro e doloroso. Nel fare questo Colin Stetson si circonda di un gran numero di musicisti di prim’ordine: dal violino di Sarah Neufeld (Arcade Fire) ai violoncelli di Rebecca Foon (Esmerine) e Gyda Valtysdottir (Mum), dalla batteria di Greg Fox (Liturgy) ai sintetizzatori di Shahzad Ismaily, dalla voce mezzosoprano della sorella Megan Stetson, ai sassofoni di Dan Bennett e Matt Bauder e alle chitarre di Grey Mcmurray e Ryan Ferreira.

 

Il tema della guerra e delle sue atrocità è stato affrontato dal musicista americano nella già citata trilogia, ispirata alla “La sottile linea rossa” di Terrence Malick (1998 ) e a quel contrasto che mostra l’inutilità della sofferenza umana di fronte ad una natura bellissima e indifferente. Questo “Sorrow. A Reimagining Of Gorecki’s 3rd Symphony” continua ad indagare l’oscurità della sofferenza. Il primo movimento parte lentamente con sonorità impercettibili, per svilupparsi successivamente in una melodia disturbata da un sottofondo persistente e vibrante. Il secondo movimento racconta una storia che aveva affascinato stetsonartist2Górecki, quando aveva letto una preghiera di una ragazza che supplicava la madre di non piangere. Non rabbia o odio, ma poche parole di amore. Nel terzo movimento il musicista americano accentua la visione cupa e dolorosa della sofferenza, costruendo una trama particolarmente ossessiva che si dischiude successivamente in una momentanea pacificazione. Questo Sorrow. A Reimagining Of Gorecki’s 3rd Symphony di Colin Stetson si impone come un lavoro appassionato e rispettoso dell’opera del maestro polacco, rivelando ancora una volta la sua forza immaginifica e potente.  

 

Voto: 8/10
Felice Marotta

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