Punkt.Vrt.Plastik Somit

Il trio della giovane pianista slovena di stanza ad Amsterdam Kaja Draksler ritorna con questo nuovo secondo lavoro registrato in studio a Berlino. La formazione con Petter Eldh e Christian Lillinger è quella classica del trio jazzistico (piano, contrabbasso e batteria), ma di classico c'è veramente poco. Lo stile è sì colto ma è anche nella sua dovuta misura decisamente aggressivo. La ricerca d'innovazione qui si spinge fino a raggiungere uno dei suoi più alti apici. Il trio mette continuamente in atto forme travolgenti costruite attorno a note accentate e ribattute le quali vanno a formare in modo libero e sincopato cellule tematiche che vengono poi subito decostruite, con un approccio dei tre musicisti che sembra quello di un inseguimento violento di ognuno contro ciascuno, come se si volesse raggiungere un centro armonico e un punto di stabilità ritmica dai quali invece poi ci si allontana ogni volta che vengono avvicinati. La tensione è irrefrenabile, anche nei momenti di rallentamento solo apparente, e ciascun musicista gestisce con padronanza magistrale e accurata il processo di interazione del proprio strumento con gli altri, fino a dare l'idea di conferire allo strumento una sua vita autonoma, come in uno slancio risolutivo in cui si libera da chi lo mette in gioco. Un album davvero magnifico, il cui tentativo di descrizione a parole rimane sempre indietro rispetto al travolgimento frenetico della musica ed è quindi insufficiente a restituire un'idea dall'ascolto. Anche se, leggere le note di copertina del cd scritte dal grande musicista Alexander Hawkins, amico del trio, offre sicuramente ampie possibilità e prospettive di comprensione.