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17 Febbraio 2013

Nick Cave and The Bad Seeds PUSH THE SKY AWAY

2013 - Bad Seed LTD
[Uscita: 18/02/2013]

nick cave new push the sky away# Raccomandato da Distorsioni

 

Nick Cave ha sempre amato i forti contrasti, alternando nella sua ormai lunga carriera artistica ‘mood’ opposti: come la vita, l’esistenza sono fatte di  giorni e notti, caldo e freddo, buono e cattivo, sacro e profano, così il suo iter ispirativo ha sempre prodotto  lavori densi di rabbia e furore e subito dopo album lirici ed intimistici; la sua stessa carriera solista in compagnia dei Bad Seeds si è materializzata e snodata in netta antitesi agli anni anarchici ed estremi dei Birthday Party. “The Boatman’s Call” ad esempio, uscito nel 1997, rappresentò con le sue vellutate lente atmosfere decadenti e pianistiche una brusca sterzata rispetto a “Murder Ballads” (1996) ma soprattutto al precedente “Let Love In” (1994). Ed il successivo  No More Shall We Part(2001), primo album del terzo millennio, portò a sublime compimento una fase decisamente introspettiva improntata a modalità canore da crooner debitrici, per ammissione stessa di Cave, ad icone immortali  del songwriting internazionale come Scott Walker e Leonard Cohen.

 

Dopo opere interlocutorie come "Nocturama” e "Abattoir Blues/The Lyre of Orpheus” l’ex enfant terrible dei Birthday Party con i suoi cattivi semi mette a punto con la nuova, sperimentale e sulfurea pelle dei Grinderman un ennesimo sorprendente colpo di coda e due lavori - tra il 2007 ed il 2010 - densi di sonorità inusitate e sapida violenza espressiva. Push The Sky Away” segna il ritorno artistico al moniker The Bad Seeds cinque anni dopo l'uscita di "Dig, Lazarus, Dig!!!" e con esso ad un’espressività antitetica - o quasi - ai Grinderman; cartina al tornasole ne è We No Who U R, song trainante del nuovo album che Cave ha reso disponibile all’ascolto attraverso il suo sito ufficiale già dal dicembre del 2012, una splendida ballata lenta loungy, sottolineata da un keyboard  ipnotico quasi trip hop, Nick Caveaccarezzata da un flauto evanescente, esempio perfetto di un’arte compositiva che Cave ha studiato, affinato e sublimato attraverso gli anni. Se avete amato gli abbandoni e le  disperate redenzioni di The Boatman’s Call  e No More Shall We Part non potrete non incorniciare le barocche Wide Lovely Eyes  e Mermaids e farne degli altarini devoti al culto del Cave più lirico, e da molti anni a questa parte.

 

In caso contrario lasciate perdere e ritirate fuori la vostra copia di “From Her To Eternity”, o di "The Firstborn Is Dead”, o di “Junkyard”  e “Prayers on fire”  se siete  ostinatamente SOLO dei duri e puri. Vi perderete però – e non avrete attenuanti di sorta - un momento topico di "Push The Sky Away", i quasi sette minuti di Jubilee Street : una song ‘maledetta’, Cave snocciola parole ed eventi con sofferta magnetica freddezza, ha in testa il Lou Reed  di Heroin, Caroline Says, The Bed ; il fedele Warren Ellis gli stende un tappeto di archi barocchi e decadenti. Che dire di fronte ad un capolavoro del genere? Il cuore e lo spirito tremano, le capacità critiche si perdono in una spessa nebbia carica di sinistri presagi; poi scopri che c’è un video censurato ed uno no in cui Nick, in quella strada del piacere interpreta con sobrietà strafottente il protettore (o se preferite il magnaccia) di una giovane graziosa prostituta, insomma quello che faceva Harvey Keitel in “Taxi Driver”. La differenza è che Harvey protettore rideva mentre lavorava, a Nick spunta al massimo un’ipotesi di sorriso beffardo, mentre controlla come vanno gli affari, appoggiato all'ingresso del suo sordido ufficio al primo piano, dove la sua queen bitch si sta accompagnando ad un uomo impacciato sulla cinquantina.

 


nick-caveFinishing Jubilee Street
porta a termine il compito del brano madre, con una rarefazione sonora tagliata con l’eroina, bisogna solo lasciarsi andare, ed a me non so perché viene di nuovo in mente Lou Reed, e gli archi subdolamente leggiadri di “Street Hassle”, siamo da quelle parti, perdizione, esistenze alla frutta, orgasmi fugaci e deprimenti, non si scappa. Tuonano bassi profondi all’inizio e durante We Real Cool e Water's Edge : che sia il Barry Adamson tornato all’ovile (è nella line-up di "Push The Sky Away") o Martyn  P. Casey non è dato di sapere, sembrano la tempesta biblica ed i fulmini che stanno per abbattersi su Tupelo  nel ‘primogenito è morto’ ma è solo un’illusione dettata da ricordi che non vogliono morire e riaffiorano nella coscienza: questo è un Cave che punta sulla sublimazione poetica maudit e straziata, questi sono dei Bad Seeds che giocano di sottrazione, di sfumature, di pieni e vuoti cromatici, e si sente bene nei quasi otto minuti di Higgs Boson Blues, scossi da percussioni felpate e ed umorali, con un desolato cuore declamatorio Young-iano, il Neil affranto di “On The Beach”. La titletrack si avventura addirittura nei territori minimali di un ‘ambient’ oscuro e depresso: un organo mistico a far da tappezzeria, voci angelicate - gli stessi ectoplasmi di We No Who U R - sfiorano quella di Nick, insieme “spingono lontano il cielo”.

 

 

The tree don't care what the little bird sings
We go down with the dew in the morning light
The tree don't know what the little bird brings
We go down with the dew in the morning  

(We No Who U R)

 nickjubileecave

And if you're feeling 
You've got everything you came for 
If you got everything 
And you don't want no more 

You've got to just 
Keep on pushing 
Keep on pushing 
Push the sky away  

(Push the sky away)

Voto: 8/10
Pasquale Wally Boffoli

Video

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