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8 Febbraio 2022 , ,

Central Unit Parallelism

2021 - Snowdonia Dischi
[Uscita: 19/11/2021]

Della storica band dell’underground bolognese Central Unit (Caramelli, Nitti, Pietropoli, cui presto si aggiunge il bassista Giuliani) si hanno notizie a cavallo tra la fine degli anni ‘70 e gli albori degli ‘80, allorché si tenne il Bologna Rock, festival di musiche demenziali e devianti, con una stella polare di riferimento: i californiani Tuxedomoon di Principle, Brown e Reininger. Un tappeto di new wave, elettronica, avant-garde. Dopo un EP alquanto apprezzato, “Loving Machinery”, la conferma della solidità musicale del gruppo giunge con il primo lavoro di lunga gittata, “Central Unit” del 1983. Paradossalmente, dopo un così incoraggiante abbrivio creativo, i Central Unit entrano in una fase di quiescenza che li porterà sino all’alba del 2000, quando Riccardo Lolli subentra a Nitti, dando linfa novella alla band. Nel frattempo, dopo l’uscita di Caramelli, si registra l’ingresso di un valente batterista, Andrea Venturi, e la band riparte. Del 2018, curato dalla meritoria M.P. & Records, è l'ottimo album, da noi recensito, "Whatever Day Suits You Best".  Ora, un cortometraggio realizzato con la tecnica dell’animazione sperimentale, a cura di Marco Bolognesi, cui si uniscono le musiche a sfondo distopico dei bravi artisti bolognesi, cui si è aggiunta una brava violinista, Isabella Bui, dà vita a un’esperienza creativa di rimarchevole livello, “Parallelism”. Una colonna sonora per paesaggi immaginari, gremita di suoni avanguardistici, adagiati su tappeti di tastiere, sax, pulsazioni percussive di grande impatto. Nove frammenti di musica futuribile, più una bonus-track di 15 minuti, innervano quello che può essere considerato senza tema di smentite un album sontuoso. Dall’inaugurale The Rest Of Our Lives a Modern Pioneers, strumentali di ragguardevole livello, tra suggestioni sci-fi e atmosfere spaziali, un misto di elettronica, prog, new wave, che rende l’ascolto assai gradevole. In un fluire di sonorità liquide, impreziosite dal suono del violino, come in Codex, la mente si dispone ad accogliere una miscellanea di sensazioni auditive, con tocchi di elettronica e segmenti di sassofono che rendono quanto mai variegata la linea compositiva. Uno sfondo che si attaglierebbe a qualche sceneggiato di fantascienza degli anni ‘70 è rappresentato dalla esemplare melodia di Exit Freedom Of Thought, mentre Chemistry Pioneers vira verso uno sperimentalismo alla Tuxedomoon, con un morbido pulsare della drum machine sotto una quieta coltre di sax e tastiere. La sottile linea sonora di Sit Here And Dream e la nebbia sensoriale emanante da Parallel Lives chiudono un lavoro affascinante, ebbro di soluzioni artistiche di superba matrice.

Voto: 8/10
Rocco Sapuppo

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