Migliora leggibilitàStampa
7 Maggio 2022

Pattern-Seeking Animals Only Passing Through

2022 - InsideOutMusic
[Uscita: 01/04/2022]

Il progressive rock avendo ascendenze non tanto dal blues o dalla musica afro-americana in genere, ma dalla grandeur della musica classica è un genere musicale, bistrattato o amato che sia, di stampo esclusivamente europeo e britannico in particolare. Le poche eccezioni apparse oltreoceano negli anni ’70 e ‘80 non avendo del tutto le carte in regola storico-geografiche si sono sempre rivelate come ibridi, ancorché a volte piacevolissimi, che non possedendo il giusto DNA mai hanno avuto la purezza 'prog' delle rinomate band inglesi e europee che in tanti conosciamo mescolandosi con l’hard rock, altre musiche e a volte con il più commerciale AOR come nel caso di Rush, Kansas, Styx, Saga e vari altri. Poche sono le eccezioni americane che possono vantare un purezza prog senza contaminazioni e tra queste sicuramente gli Spock’s Beard guidati dal tastierista e cantante Neil Morse. Tutto questo lungo preambolo per arrivare al punto in cui i suddetti Spock’s Beard a un certo punto (2018) perdono adamicamente una costola dalla quale nascono i Pattern-Seeking Animals, super quartetto formato sia da ex membri che da altri ancora in forza nella band di Neal Morse. Giunti a questo terzo album “Only Passing Through” dopo i precedenti “Pattern-Seeking Animals” (2019) e “Prehensile Tales” (2020), il gruppo guidato dal pirotecnico tastierista John Boegehold e dal chitarrista e cantante Ted Leonard, dimostra ancora una volta la sua caratura estremamente prog pur con qualche minima strizzatina d’occhio a situazioni un po’ più commerciali benché piacevoli e non disturbanti. Trattasi infatti di prog-rock assolutamente orecchiabile dove, com’era prevedibile, l’assonanza con la casa madre (leggi Spock’s Beard) è un marchio di fabbrica specie nel cantato di Ted Leonard, anche sopraffino chitarrista, che ricorda indiscutibilmente quello di Neal Morse e nelle costruzioni armoniche proprie del gruppo originario. Se le tastiere di Boegehold sono protagoniste assolute tra epiche cavalcate, aperture celestiali e tappeti su cui si muovono gli altri strumenti, i tre comprimari non sono certo da meno come dimostrano la splendida e rocambolesca minisuite Time Has A Way o la pomposa I Can’t Stay Here Anymore brani compositi con repentini cambi di tempo e soluzioni barocche con addirittura violini e fiati da parte di ospiti dei quali non conosciamo il nome mentre situazioni apparentemente cantautorali quali Much Ado o la title-track si dilatano in romanticherie prog di ottimo livello. Volendo fare il gioco delle parti qualche remotissima ascendenza si può ricondurre lontanissimamente ai Gentle Giant per la presenza di tromba e violino, agli Yes per qualche armonia vocale, ai cugini Transatlantic (sempre con Neal Morse) e ai Genesis come sicura fonte d’ascolto dei protagonisti. Un paio di bonus-tracks finali divergono minimamente pur mantenendo l’assunto progressive dell’album: I’m Not Alright con il suo riff ruffiano che strizza l’occhio all’AOR e Just Another Day At The Beach deliziosa canzoncina leggera che si rivela un vero gioiellino pop-prog. Al di là di questi sublimi impasti vocali, grandiose cavalcate sonore, melodie struggenti, perizia strumentale e ritmi sostenuti in un album di prog-rock di ottima fattura che non deluderà di certo gli appassionati del genere e soprattutto i fans degli Spock’s Beard.

 

Voto: 8/10
Maurizio Pupi Bracali

Audio

Video

Inizio pagina