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17 Dicembre 2021

Caetano Veloso Meu Coco

2021 - Sony Music
[Uscita: 21/10/2021]

Quest'anno Bob Dylan ha compiuto ottant'anni, e si è avvicinato al fatidico traguardo pubblicando un disco bellissimo, “Murder Most Foul”. Vicenda che lo accomuna a un altro gigante della musica contemporanea, Caetano Veloso, che in attesa di compiere anche lui 80 anni (il prossimo agosto) fa a noi fans un regalo con l'ennesimo straordinario capitolo della sua carriera: “Meu Coco”. Un disco ricco, vario, pieno di dolcezza sebbene Caetano sia pieno di rabbia per la sorte del suo paese, di nuovo alle prese con la tirannia (Veloso ha conosciuto anche il carcere e l'esilio per le proprie idee): la canzone scelta come singolo, Anjos Troncos, ne è la dimostrazione. Un brano come GilGal, in cui Veloso accompagnato da sole percussioni, rende omaggio agli altri grandi della musica Brasiliana, da Pizzinguinha a Jorge Ben, mostra come Veloso sappia fondere avanguardie e tradizioni quanto pochi altri. Meu Coco inizia con chitarre aspre per proseguire con ricche aperture di fiati. La dolce Enzo Gabriel (i due nomi più scelti per i nuovi nati in Brasile) è l'inno alla speranza di un futuro migliore. Sem Samba Não Dá è la più classica delle melodie brasiliane. Ciclâmen Do Líbano è una delicata ballata con una straordinaria partitura d'archi orientaleggiante e un ritmo vagamente di bolero, Caetano viaggia anche fuori dal Brasile con le sue ricerche su melodie e ritmi. C'è anche un'incursione nel fado, Você – Você, cantata in coppia con Carminho, figlia d'arte e innovatrice della tradizione portoghese, canzone che con la sua melodia così classica e mediterranea potrebbe sembrare provenire dal repertorio napoletano. Não Vou Dexair, brano apparentemente semplice, solo un piano elettrico regge gran parte del brano prima del solo di violoncello e dell'ingresso di percussioni elettroniche sincopate, strega come solo un gioiello simile può fare. Con oltre cinquanta dischi alle spalle (“Estrangeiro”, 1989, in cui bossa nova e new wave newyorchese si fondono chiudendo il cerchio, il preferito di chi scrive) Veloso si conferma tra i musicisti più creativi e fuori dal tempo e dalle mode degli ultimi sessant'anni. Per chiudere, una riflessione piuttosto amara: chi scrive indicherà questo disco tra i più belli dell'anno, così come l'anno scorso quelli di Dylan, Bill Fay, Ed Askew. Nelle playlist del decennio, personali e pubblicate da riviste e siti, figuravano ai primi posti David Bowie, Leonard Cohen, Tom Waits, e Nick Cave che non è certo un giovinetto. Non è un bel segnale per la musica che amiamo.

Voto: 8/10
Alfredo Sgarlato

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