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2 Luglio 2020 ,

Aspic Boulevard Memory Recall Of A Replicant Dream

2020 - Blow Up Records
[Uscita: 07/05/2020]

Da Caltagirone, Catania, a Londra, passando per un grappolo di costellazioni aliene. Il progetto spaziale Aspic Boulevard dei fratelli Barrano, Marco (Daiquiri Fantomas) e Alessandro spicca il volo, per l’etichetta londinese Blow Up Records, per intriganti destinazioni intergalattiche. La cifra stilistica e contenutistica di questo primo lavoro del duo siciliano, “Memory Recall Of A Replicant Dream”, in linea con la poetica musicale collaudata in anni di studi e approfondimenti, di esperimenti, è la risultante di una miscellanea di generi, di chiara derivazione vintage: dall’elettronica tedesca degli anni ‘70 al kraut-rock, dallo space-rock al progressive più sperimentale, dal synth-pop più ardito allo stile ‘cinematico’, da colonna sonora di pellicole di fantascienza. Il tutto svolto con notevole abilità e destrezza, con personalità invidiabile. Dodici frammenti che si dipanano gradevolmente lungo il nastro sonoro di un continuo riverbero in flashback tra passato e futuro. Tracce quali En Plein Air, dal suono decisamente retro, con il ricorso a strumentazioni d’annata, tastiere elettroniche, theremin, o Akragas, dal ritmo avvolgente e rinviante a immagini di passeggiate astrali sul suolo di pianeti alieni, sono di per sé programmatiche del suono degli Aspic Boulevard. Col suo impianto di matrice sperimentale, s’impone all’ascolto Aerial Steam Horse, che potrebbe ben figurare a corredo delle immagini di un film horror anni ‘60 prodotto dalla Hammer, mentre agli immortali frame sincopati dei Kraftwerk s’ispira Electromagnetic Playground. Dall’atmosfera decisamente mediorientale, fusa in uno con un tocco di gradevole elettronica, di Kubernetikós, si scivola via sul nastro sonoro fantascientifico di M42 Nebula, che pare sortire dai circuiti deviati di Hal 9000. Su coordinate di morbido synth-pop si attesta, invece, Refraction, Diffraction, Polarization, quasi a voler alleggerire l’atmosfera con lievi spume melodiche. Al trittico spaziale di Urania, Fractals (con echi di progressive canterburyano tra le linee), e Akragas (Reprise), è affidato il compito di suggellare un album dall’indubbio fascino.

Voto: 7/10
Rocco Sapuppo

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