Matteo Matteo & Bro

Trip Hop, Jazz, Pop, annunciano le note di accompagnamento a questo nuovo album del DJ e produttore francese Matteo (Chinese Man) e in parte è sicuramente vero ma non è solo cosi; il disco tra l’altro molto elegante e raffinato nei suoni e negli arrangiamenti, è piuttosto variegato aggiungendo alle etichette dette un pizzico di elettronica e qualche buona dose di world music dovuta alle frequentazioni di Matteo in Oriente e Sudamerica e all’origine di alcuni dei Bro(thers) che suonano con lui quali Karim Addadi alla chitarra e Christophe Lincontang ad un sempre suadente contrabbasso. Tra i brani più etnici vi è senz’altro With S con strumenti come il flauto e il duduk che orientaleggiano il tutto su un ritmo piuttosto trip hop mentre la cinematografica Path si avvale per l’appunto dell’apporto dell’autore di musiche per film Franck Lebon poiché in quasi ogni brano dell’album il musicista francese si giova di ospiti (BROthers) come General Elektriks (Hervé Salters) nella funkeggiante e danzereccia Bina o come la vocalist belga Isadora nella lenta Sweet Shadows mentre la discotecara Prurimin con sax protagonista si rivela inevitabilmente adatta per il dancefloor più sfrenato. Bron che apre l’album è invece una sorta di trip hop ancora una volta orientaleggiante e se la nostra passione per la musica mediorientale ci porta a simpatizzare particolarmente per l’arabeggiante Sakakeen cantata mirabilmente dalla libanese Tania Saleh, Playa, che chiude l’album, è una fusione tra ritmi sudamericani, momenti orchestrali quasi da musical e coda finale prettamente jazz. Un album un po’ ondivago, dunque, dove la raffinatezza di suoni e arrangiamenti è fin troppo accentuata prediligendo noi situazioni un po’ più “roots”, più ruvide e meno patinate. Album comunque piacevole e gradevolissimo che può trovare spazio anche nei lounge bar e in alcune particolari stazioni radiofoniche.