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3 Maggio 2020

Car Seat Headrest Making A Door Less Open

2020 - Matador Records
[Uscita: 01/05/2020]

Nell’universo dell'indie americano, figure tanto singolari quanto prolifiche come quella di Will Toledo si contano sulle dita di una mano. Nel corso di dieci anni, il rocker più uncool di Seattle si è ritagliato lo spazio per registrare dozzine di album lo-fi tra sedili di macchine scomode e l'atmosfera fumosa degli alloggi del college, guadagnandosi la fama di un vero e proprio musicista di culto. A quattro anni da "Teens Of Denial", disco che ha innalzato il suo status da emblema dell' underground ad alfiere dell'indie-rock, Toledo torna alla guida del suo progetto Car Seat Headrest con "Making a Door Less Open", in cui il giovanissimo musicista introduce la sua nuova versione mascherata,Trait, accoppiandola ad un sound EDM decisamente più eccentrico, ma fiaccamente impersonale. L’appeal del progetto per i teenagers americani è abbastanza semplice da individuare: la musica di Toledo ha sempre avuto un retrogusto emo, sia nella stesura dei testi che per quanto riguarda la componente melodica delle sue canzoni. Le storie di Toledo fluttuano tra l’ansia adolescenziale e le prime sperimentazioni edonistiche del college, proiettando la figura dell’outsider e le intense emozioni che la caratterizzano direttamente sull’ascoltatore. A contrasto con un catalogo Bandcamp così saturo di sonorità anni ’90 e un disco di rilievo su Matador che porta alta la bandiera dell’alt-rock americano dell’epoca, l’ultimo passo di Toledo giunge all’apparato uditivo come un remix della sua stessa musica, un bootleg elettronico tirato fuori da un archivio non pubblicato e riproposto al pubblico nel modo più commerciale possibile. Ali di cera per uno sperimentatore timido ed incerto sulla direzione da prendere. Per la maggior parte, il disco consiste in una frettolosa disintegrazione dello standard compositivo pop, scomposto e rimesso insieme attraverso bassi traballanti, ripetitività alienanti, beat confusionali, linee di synth dal dubbio gusto e riff di chitarra poco coerenti (Weightlifters, Deadlines (Hostile), Can’t Cool Me Down, Famous). A rafforzare la disomogeneità delle sue idee, vediamo Toledo inserire nella sua track-list la ballad What’s With You Lately, sofferto pezzo acustico cantato prevalentemente in falsetto che, all’interno del disco, non trova funzione alcuna. I pezzi più riusciti dell’album sono quelli dove il songwriting di Toledo risuona della sua unicità, del suo distintivo stile vocale e di quella suggestione rinviante a Malkmus e ai suoi Pavement: i singoli Martin e There Must Be More Than Blood, insieme alla nostalgia synth-pop ’80 di Life Worth Missing. Ma ciò non è sufficiente a tenere una barca in avaria a galla. In alcuni estremi, il disco sfiora dei momenti di notevole bassezza: pezzi come Hollywood, Hymn - Remix e Deadlines (Thoughtful) sono composizioni di musica elettronica talmente generica e stucchevole che non saremmo sorpresi di trovarle sulla scaletta del DJ più kitsch del momento. Con questa maldestra reinvenzione, Car Seat Headrest si lascia alle spalle l’elemento chiave che rendeva il progetto appetibile ai millennials, ovvero quell’attitudine all'insurrezione giovanile che nella storia è attecchita presso le nuove generazioni e ha reso grandi le band riuscite in tale impresa. Se l’intenzione dietro il lavoro era di compiere un’incursione nell’universo del mainstream, il risultato è, al contrario, un’uscita decisamente mediocre ed impersonale. "Making A Door Less Open" tiene fede al suo stesso nome: rappresenta esattamente una porta un po’ meno aperta nel valido repertorio di Car Seat Headrest.

Voto: 5/10
Gabriele Bartoli

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