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3 Aprile 2021

Archie Shepp & Jason Moran Let My People Go

2021 - Archieball
[Uscita: 05/02/2021]

La strana coppia anzi no: Archie Shepp, sassofonista ultraottantenne, ma con la verve di un ragazzino (se la gioca con Sonny Rollins nella sfida tra highlanders), colonna del free jazz poi tornato alla classicità, e Jason Moran, pianista quarantenne tra i più brillanti delle nuove leve, di formazione classica, appassionato da ragazzino di hip-hop e poi folgorato tredicenne dall'ascolto di Thelonious Monk, scoperto nella magnifica collezione del padre (oltre diecimila dischi di tutti i generi). Si incontrano in questo live, registrato in due diverse occasioni, a Parigi e a Mannheim, con un repertorio in gran parte di standards. Il titolo, “Let My People Go”, è un'invocazione alla fratellanza e alla riscossa, e tutto il disco è una dichiarazione di identità e una lezione di storia della musica, concetti doverosi in questo periodo storico in cui nuovi secoli bui sembrano alle porte. Il disco si apre con un celeberrimo spiritual, Sometimes I Feel Fike A Motherless Child, con Shepp al soprano, con toni aspri e dolorosi, mentre il solo di Moran trasforma il blues in classicità pura. Altro famoso spiritual è Go Down Moses (nota anche come Let My People Go, per esempio nella versione di Diamanda Galàs, da cui il titolo del disco). Dal repertorio di Duke Ellington una splendida ballad, Isfahan, qui Shepp passa al tenore, strumento di cui è tra gli interpreti assoluti. Dal songbook del leggendario Duca, ma dalla penna del suo braccio destro Billy Strayhorn viene anche Lush Life, a nostro personale parere uno dei temi più belli mai scritti, resa con numerosi citazioni. Ci sia concesso un ricordo personale giovanile: la scoperta del jazz avvenne anche grazie a una collana pubblicata in edicola. Tra i volumi pubblicati uno dei preferiti era uno splendido live di Archie Shepp, registrato a Montreux nel 1975, che si apriva con una struggente versione di Lush Life. Fu così che imparammo ad amare questo gigante della musica e questa ballad meravigliosa (forse più nota nell'interpretazione di Coltrane; Tony Scott incise un disco intero solo di cover di Lush Life). Doveroso anche l'omaggio a Monk, con l'immortale 'Round Midnight"  resa in modo intimista e non stravolta, così come quello a Coltrane, Wise One, brano del 1964, anche questo un tema sofferto e strappacuore. Troviamo, poi, altri due standards: Ain't Misbehavin' e Jitterburg Waltz; un tema di Moran, He Cares, un'altra dolente ballata con Archie al soprano; e due inediti a firma Shepp, Uljama, dal ritmo africano, e Slow Drags, funky ma malinconica. Archie si cimenta anche come cantante, non è certo un virtuoso della voce, ma il timbro è bello e le interpretazioni sono toccanti. Il disco si regge sul contrasto tra lo stile di Shepp, sofferto, terragno, che ricerca costantemente l'urlo di dolore del suo popolo, e il piano di Moran, lineare, classicheggiante, con cascate di arpeggi che si rifanno all'impressionismo. Un compendio efficace di un secolo di musica.

Voto: 9/10
Alfredo Sgarlato

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