Pier Adduce La Bottiglia Blu

Dopo quasi un quarto di secolo dalla nascita dei Guignol dei quali il milanese Pier Adduce è stato frontman nonché autore di testi e musica è evidentemente giunto il momento di concedersi una pausa per realizzare il primo lavoro solista. Significativo che come collaboratori abbia scelto musicisti che non appartengono alla band, a segnare un certo scarto musicale impresso a “La Bottiglia Blu”, mentre i testi e la poetica di Adduce appaiono in continuità con quanto espresso in questi anni con i Guignol. I testi sono stati tutti composti, tranne Additivo scritto peraltro dallo scrittore Maurizio Baruffaldi, fra il 2020 e il 2021 anni che hanno molto influito sullo stato d’animo di tutti e che hanno accentuato il senso di disagio e insoddisfazione presente in chi con sensibilità e consapevolezza si sentiva già inadeguato alla deriva disumanizzante che aveva preso la società e che la pandemia ha accelerato e aggravato. Amarezza, disillusione, solitudine e poca conforto, «non c’è letto che consoli», avvolgono la traccia iniziale Rimani Tu, mentre armonica e viola disegnano tormentate linee notturne. Segue la title-track che attraverso la metafora della bottiglia, porterà vino o veleno, gioia o rancore, si chiede Adduce riflettendo sulla difficoltà nei rapporti umani, l’arrangiamento è nervoso, febbrile e i vocalizzi sognanti di Sarah Stride accentuano il senso di smarrimento. Con Se Ci Manchiamo il testo disegna con sensibilità il senso di perdita delle amicizie, degli affetti che gli ultimi due anni hanno drammaticamente accentuato in particolare per chi vive in città disumanizzate, anche qui una voce femminile, quella di Barbara Eramo si unisce a quella calda, seria, da crooner di Adduce. Sono storie sofferte e maledette come la tormentata La Scommessa, sorta di blues alla Nick Cave di emarginazione e sconfitta come La Ballata Del Teppista. Non c’è spazio per parlare di tutte le altre tracce, anch’esse però si avvalgono di testi incisivi e personali e di arrangiamenti di ottimo livello, curati dallo stesso Adduce con Giovanni Calella che ha anche prodotto il disco. Oltre alle due voci femminili un importante contributo hanno dato Massimiliano Gallo alla viola e Luca Olivieri al piano e mellotron.