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21 Giugno 2020

Drab City Good Songs For Bad People

2020 - Bella Union
[Uscita: 12/06/2020]

Un buon debutto, anche se racchiuso in una sola mezz'ora, questo "Good Songs For Bad People", per Drab City, ennesima scoperta di Simon Raymonde, musicista culto con Cocteau Twins e This Mortal Coil e oggi valido talent-scout. Provenienti da Los Angeles, raccontano di essersi conosciuti grazie al comune amore per Charles Mingus, ma il jazz è solo una delle molte passioni che emergono dall'ascolto del duo. Dopo uno stravagante inizio strumentale affidato soprattutto al flauto, l'anima pop dei losangeleni appare fortemente in Working For The Man, contrappuntata da una chitarra fortemente jazzata. La soave voce della cantante, bosniaca di origine, che si fa chiamare semplicemente Asia o Islamiq Grrrls, si inserisce in una tradizione al femminile che va dalle chanteuse yè yè ai Mazzy Star passando per gli Stereolab, mentre il lavoro sul suono del suo compagno d'avventure Chris Dexter Greenspan, un passato nella house, si rifà molto al trip-hop, ricordando soprattutto i Portishead del terzo album. Assolutamente debitore dell'hip-hop anni '90 è il suono della batteria, molto secco e privo di riverberi. La presenza di strumenti come flauto e vibrafono arricchisce il disco, dandogli quel tocco di classe in più. Le ballate come Troubled Girl e Standing Where You Left Me sono i brani più rappresentativi del gruppo, con una riuscita sintesi di melodia, ritmi ostinati, chitarre wah wah, loop di tastiere, a formare di un compendio di stili che uniscono i vari decenni musicali; il terzinato di Just Me & You ci trascina addirittura negli anni '50, potrebbe essere un girl group di quelli amati da Phil Spector a interpretarla. Due canzoni sono cantate dalle voce maschile, Problem, ballata con chitarre western e organo in evidenza, e Live Free & Die When It's Cool, la più debitrice al trip-hop bristoliano, e ci paiono, per quanto riuscite, meno fascinose di quelle cantate da Asia (che nella prima delle due ha un intermezzo recitato), interprete non tecnicamente strabiliante ma molto adatta allo stile musicale proposto dai Drab City. Il nome del gruppo significa città grigiastra, monotona, ma tutt'altro che grigiastra o monotona è la musica del gruppo: è certamente oscura, notturna, come lo erano tutti i gruppi che hanno ispirato il duo e sicuramente sono amati dai lettori di questa rivista, ma alla fine il caleidoscopio di suoni e stile che Asia e Chris ci presentano stregherà gli ascoltatori.

Voto: 7/10
Alfredo Sgarlato

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