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26 Settembre 2023

Radian Distorted Rooms

2023 - Thrill Jockey Records
[Uscita: 22/09/2023]

I viennesi Radian, trio composto da Martin Brandlmayr alla batteria, Martin Siewert alla chitarra e John Norman al basso sono tra gli ultimi superstiti di quel movimento che quasi trent'anni fa Simon Reynolds definì post-rock scatenando infiniti dibattiti (e molta noia tra chi quel genere non ha amato; chi scrive ovviamente non è tra i detrattori). Arrivati ai 25 anni di carriera e all'ottavo disco i tre viennesi si mostrano assolutamente in forma, offrendoci uno dei loro lavori più interessanti. La loro musica è in realtà piuttosto distante da quello che viene comunemente definito post- rock, ovvero lunghe cavalcate chitarristiche con frequenti cambi di ritmo: il trio lavora soprattutto su microtonalità, effetti sonori, reiterazioni. Batteria esclusa gli strumenti hanno sonorità inusuali, è l'elettronica a far da padrona. I sei brani, tutti mediamente lunghi, che compongono questo nuovo “Distorted Rooms” sono caleidoscopici, con continui cambi di tempo; benché non siano melodici nel senso più letterale del termine non sono nemmeno votati alla sperimentazione più estrema, rimanendo nei confini di quelle musiche che siamo usi a chiamare rock o jazz, lambendo, quando i suoni si fanno particolarmente profondi, quel dubstep che una quindicina di anni fa pareva la nuova frontiera e oggi è pochissimo ricordato. Le diversissime esperienze dei tre musicisti, Siewert con l'avant-jazz di Mats Gustafsson, Norman che spazia dal punk al metal allo shoegaze, Brandlmayr con David Sylvian, Fennesz, John Tilbury e Otomo Yoshihide tra gli altri, si amalgamo perfettamente nel formare qualcosa di unico. Cold Suns, “soli freddi”, è il titolo del primo brano, un ossimoro che descrive perfettamente la musica del trio, che al primissimo approccio può essere respingente, fredda appunto, ma ad un ascolto attento può stregare col suo lavoro sul suono così raffinato, e l'uso di sonorità mai stridenti, che quando si spingono sui range più profondi colpiscono l'ascoltatore in maniera indelebile. Quando nel magma delle sonorità elettroniche fa capolino il vibrafono è il momento in cui l'etichetta di post-rock viene alla mente, del resto è lo strumento principe dei Tortoise, gruppo a cui i Radian potrebbero essere lontanamente paragonati; ma si tratta di una musica molto personale, quasi impossibile da rinchiudere in un'etichetta o un filone, assolutamente al passo coi tempi, o forse fuori dal tempo, vista la retromania trionfante (sempre per citare Reynolds). Un disco non proprio per tutti, ma imperdibile per chi ama le sonorità più avventurose.

Voto: 8/10
Alfredo Sgarlato

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