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Oteme IL CORPO E IL SOGNO

2018 - Ma Ra Cash Records
[Uscita: 14/05/2018]

#consigliatodadistorsioni

 

A un anno esatto di distanza dal bellissimo “L’agguato, l’abbandono, il mutamento”, recensito a suo tempo su queste pagine, si ripropongono gli Oteme (Osservatorio delle Terre EMErse) senza cambiare la formula vincente di quell’album a logica prosecuzione di una proposta musicale e testuale che ancora una volta non teme paragoni e similitudini sul territorio italico. Ritroviamo quindi arrangiamenti fiatistici di rara intelligenza che si muovono tra Frank Zappa, la musica colta del ‘900 (Stravinskij?) e la Canterbury School, affidati a un quartetto di fiati che affianca una strumentazione variegata e composita, acustica ed elettrica, che agisce in una forma canzone veramente “altra” e senza eguali. Splendido esempio è il delizioso momento che titola l’album, delicato e onirico brano per sola voce maschile e arpa che ricorda gemme canterburyane mai dimenticate, così come Blu Marrone strumentale che abbandona però la forma canzone per quel Canterbury sound più colto e oltranzista che aveva per protagonisti Henry Cow, Slapp Happy, Art Bears e compagnia, mentre Sono Invisibile (Bolero terzo) tiene fede al titolo muovendosi al ritmo di un bolero bandistico sinuoso e serpeggiante.

 

Strippale è invece uno strumentale chitarristico tra swing e blues che, grazie ai fiati che lo rivestono dell’abito migliore, possiede atmosfere tra il felliniano e il jazz manouche. C’è spazio anche per l’avanguardia più ostica e rumorista dei due primi movimenti del trittico Nascita dei fiori mentre il terzo si apre a paradisi celestiali minimal-zappiani-stravinskijani. Ancora bellissime e tutte degne di nota sono le canzoni bordeline Orfeo e Moira, Un paradiso con il mal di testa, Neglibor e Rubidor #1 che apre l’album così come la sua gemella Rubidor #2 lo chiude mirabilmente in versione strumentale tra chill out e melodie ancora una volta trafugate dalla bisaccia di Frank Zappa.

Da segnalare ancora i testi mai banali tra l’onirico e il surreale e le belle voci di Stefano Giannotti (sempre limpida e pulita) leader e compositore dell’ensemble e di Emanuela Lari (anche al piano), anche se tutti i coristi e musicisti meriterebbero di essere menzionati. Il paragone è forse inadeguato ma per far capire la realtà musicale e smarcante che scarta di lato ad opera di Oteme rispetto ai canoni risaputi della canzone d’autore italiana vengono in mente le cose migliori della Piccola Orchestra Avion Travel, anche se là si operava in un contesto semiacustico legato agli strumenti a corda, mentre qui c’è la perfezione di un ménage à trois tra i fiati, l’elettronica e l’acustico. 

 

Voto: 8/10
Maurizio Pupi Bracali

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