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22 Settembre 2017 , ,

Tazebao OPIUM POPULI

2017 - Ma.Ra.Cash Records
[Uscita: 8/09/2017]

#consigliatodadistorsioni

 

«La religione è l'oppio dei popoli» (Karl Marx)

 

Contro ogni fondamentalismo religioso ed estremismo ideologico. Dall'epicentro di un oscuro momento storico, martoriato dalla follia umana, si alza una sofferta e consapevole rivendicazione in nome di una libertà di espressione smarrita, defraudata dalle ambigue trame dei poteri forti. Un moderno e drammatico medioevo in cui affiorano inquietanti similitudini con elementi legati all'eresia Catara, alle gogne inquisitorie. Sono argomentazioni quanto mai ostiche, velleitariamente colte quelle che tratteggiano le trame di Opium Populi, opera prima dei Tazebao, collettivo originatosi dall'incontro tra il batterista-disegnatore Gigi Cavalli Cocchi (C.S.I., Clan Destino, Mangala Vallis, Ligabue) e del poeta-sperimentatore Gianni Venturi (Althare Thotemico, Vuoto Pneumatico, Moloch). Supportato da Valerio Venturi (basso e voce), Luigi Cassarini (tastiere e sequenze) e Nick Soric (chitarre), il binomio emiliano dà vita a un progetto che sintetizza le multicolori esperienze artistiche acquisite nel campo della ricerca musicale, retroterra considerabili accomunati dalla condivisione di profondi idealismi.

 

Modellini di carri armati, proiettili e sbiadite polaroid si stagliano da un art-work di grande effetto (opera di Cavalli Cocchi) che concettualmente riconduce alla memoria gli innovativi linguaggi visivi concepiti del compianto Gianni Sassi per la copertine Cramps anni settanta. Una suggestiva porta d'ingresso che introduce una tracklist che - come accennato - ripercorre in dieci movimenti vicende legate al Catarismo in una sorta di cortocircuito emotivo tra passato e presente. Istrionica ed evocativa la performance recitativa di Venturi si insedia tra i battiti lancinanti di una sezione ritmica abile nel galleggiare tra tessiture orientali, torve sonorità post-rock ed impressioni di intuizione prog. Attraversando “Opium Populi” impattiamo così in avvinte declamazioni in latino inghiottite da arrembanti diagonali combat (Caedite ed Ecce Homo), monumentali linee di basso che tratteggiano tonache della vergogna (L'inquistore), liriche disperatamente intense, quasi liturgiche (Reincarnazione), battiti tribali che ripercorrono la storia (La Via Catara) e trascinanti inni esortativi (Opium Populi).

 

Tremendamente attuale, il full-lenght d'esordio dei Tazebao si rivela lavoro di grande spessore tematico e musicale, tecnicamente curato, che stuzzica le nervature dolenti di una ragione umana imprigionata nell'oblio di ciechi credi e subdoli interessi. “Opium Populi” merita quindi estrema attenzione, accaparrandosi un posto d'onore tra le uscite discografiche tricolori del 2017. E conoscendo i potenziali delle figure artistiche in gioco non avevamo dubbi che potesse essere altrimenti.

 

Voto: 8/10
Alessandro Freschi

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