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8 Maggio 2013 ,

Paolo Spaccamonti / Stefano Pilia FRAMMENTI / STAND BEHIND THE MAN BEHIND THE WIRE

2013 - Brigadisco, Escape for Today
[Uscita: 1/04/2013]

Paolo Spaccamonti/Stefano Pilia, Split 12” (Brigadisco, Escape for TodayPaolo Spaccamonti ha un approccio chitarristico di sospensione assoluta. Pizzica le corde allo stesso modo in cui le onde lambiscono la terra calda e infuocata che si offre al tramonto, allo stesso modo in cui il pensiero spazia a ritroso per andarsi a collocare in quell’indefinito nostalgico che si annida nelle pieghe dell’anima per diventare semplice carezza di conforto. Minimale e scarno, caldo e vibrante. Rende l’idea di un’improvvisazione  che non è tormento, non è affanno di ricerca ma semplice fluttuazione su una panoramica lontana e sfocata. Un riposo interiore, un adagiarsi lieve, una dilatazione onirica. I tre pezzi proposti si raccolgono nella tematica “Frammenti”. Dall’etereo Non Lacrimare al metronomico beat attutito di Fuga supportato dalla batteria di Dario Bruna e dalla tromba di Ramon Moro. Nel pattern assolutamente soporifero e delicatamente armonizzato l’abrasione a tratti metallica delle corde  è una specie di sottolineatura emotiva. In Carapace prevale l’effetto dell’e-bow che si alterna agli accordi più punteggiati.

 

Stefano Pilia presenta invece “Stand Behind The Men Behind The Wire”. Ci propone sonorità più sporche ricorrendo a distorsori nelle parti elettroniche. Meno fluido, si aggancia a un concetto pieno delle asperità dell’articolazione, di un certo tormento introspettivo, di una diversa smania all’impro e al gusto di sperimentare. Stand behind the men behind the Wire si contraddistingue per una vera e propria glissata delle dita sulle corde che stempera l’atmosfera cristallina dell’arpeggio, mentre Flux in a Box amplifica le tonalità basse e crea un effetto di contorsione e di innaturalezza che quasi vuole tradurre un disagio, un malessere, una cacofonia di pensieri incompiuti. Decisamente cupa e a tratti lugubre The Machine in the Ghost nel gioco di riverberi e riflussi delle eco. Nel complesso viene sviscerato uno split che è quasi da degustazione, da contemplazione, da decantazione. Riesce negli intenti di omogeneità, in quel rendersi amalgama smussato e ovattato che scivola in tutto il suo gradevole languore. Allo stesso tempo ha in sé qualcosa di incompiuto, vuole rendersi abbozzo lieve tracciato in chiaroscuro di quelle idee che, forse, ci si propone di andare poi a riprendere per elaborarle ulteriormente.

 

Bellissimo e sorprendente l’artwork di Rocco Lombardi che punta anch’esso sull’impatto di un incontro insolito, in una prospettiva che rimane aperta a tutti i possibili sviluppi, come un dialogo iniziato, come una risposta imprevista, come l’inizio di traiettorie non calcolate che improvvisamente ci sentiamo intrigati a percorrere, incalzati da quell’insieme di spunti tanto originali e inattesi. Un disco che è come una bottiglia pregiata, una gran riserva d’occasione, solo 270 copie nel vinile trasparente e 30 nere. Non fatevelo sfuggire, se potete.

Voto: 6,5/10
Romina Baldoni
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