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25 Gennaio 2020 , ,

David Cross & Peter Banks Crossover

2020 - Noisy Records
[Uscita: 17/01/2020]

A volte, i grandi dischi nascono del tutto casualmente: si immagini una tranquilla bevuta tra amici, poniamo David Cross, eccelso violinista e componente dei leggendari King Crimson nei primi anni ‘70, e Peter Banks, chitarrista dei monumentali Yes, prima di Steve Howe. Ebbene, nel 2010 David Cross e Peter Banks inscenano una gradevole session per violino e chitarra, che non avrebbe dovuto aver altra conseguenza che un divertissement pomeridiano senza meno. Invece, nel 2013 muore d’infarto Peter e qualche anno dopo David decide di riesumare la session con l’amico per farla diventare un album, e a tal uopo chiama il produttore Tony Lowe e uno stuolo di amici musicisti quali: Tony Kaye, Pat Mastelotto, Billy Sherwood, Andy Jackson, Geoff Downes, Randy Raine-Reusch, Oliver Wakeman, Jay Schellen, Jeremy Stacey, e incide l’album basandosi sugli schemi dell’architettura sonora primigenia. Ed ecco “Crossover”, per i tipi della Noisy Records, etichetta nel frattempo fondata da Cross. Ed è un gran bel sentire, invero, da subito, già dall’inaugurale Rock To A Hard Place, una lisergica cavalcata nei territori del prog più sperimentale, ai confini con un jazz-rock di superba matrice, chitarra e violino in grandissimo spolvero. Segue la linea sperimentale, quasi dispersa in ampie volute ambient, prima di attingere scintillanti vette di prog-rock, di Upshift, otto minuti di mero godimento per le trombe d’Eustachio. The Smile Frequency presenta già dall’incipit un tessuto sperimentale assai spiccato, con le tastiere in chiara declinazione elettronica, prima che il violino ripristini una crepuscolare sintesi armonica, mentre ai limiti di un abisso sonoro e come costeggiandolo, assai simile ai landscapes di ascendenza ‘frippiana’, si snoda il nastro cremisi di The Work Within, con tanto di campane dal suono argentino sullo sfondo. Missing Time nel suono travagliato del violino, recato a livelli di puro sperimentalismo, rammenta con tratto melanconico gli istanti perduti nelle acque stagnanti della memoria, mentre di decisa marca ambient è la traccia sonora di Plasma Drive, con la chitarra che disegna quiete forme dorate nel cuore rosato del tramonto. La fiamma 'progressive' che pure innerva tutto l’album, come una magica filigrana, torna a splendere superbamente nella magnifica Laughing Strange, con passaggi armonici di grande livello e continui mutamenti di ritmo, dai più meditativi e sognanti ai più sostenuti e ruvidi, con staffilate di chitarra di taglio rock di notevole impatto. L’onirica trama musicale di Crossover, sorta di discesa immaginaria nei gorghi delle note più ardite e temerarie, sigilla un album di eccellente livello.

Voto: 8/10
Rocco Sapuppo

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