Migliora leggibilitàStampa
15 Settembre 2020 ,

Terje Rypdal Conspiracy

2020 - ECM Records
[Uscita: 11/09/2020]

La scena jazz scandinava deve tutto a una figura titanica come quella di Don Cherry, il quale, trasferitosi negli anni ‘60 nelle terre iperboree diede vita a un filone aureo della musica contemporanea non ancora estintosi a distanza di più di mezzo secolo, acquisendo proseliti autoctoni di gran valore artistico. Anzi, tra le mille sfumature stilistiche, quella scena è ancora vivida e regala perle discografiche di eccelso livello. Personaggi quali Jan Garbarek, Nils Petter Molvaer, Palle Mikkelborg, Eivind Aarset, Arild Andersen, Jon Balke e innumerevoli altri, costituiscono il nerbo della migliore musica d’avanguardia contemporanea. Tra questi, espressione di genialità compositiva è rappresentata dal norvegese Terje Rypdal, chitarrista formidabile e profondo innovatore del suono avant-jazz attuale. Dopo capolavori del calibro di “Waves”, “Chaser”, “Skywards”, “Lux Aeterna”, l’artista scandinavo, in grado di spaziare dal jazz all’avanguardia, dallo sperimentalismo sonoro alla musica sacra, con efficacia e profondità sempre innegabili, licenzia l’ennesimo tassello discografico per la meritoria ECM di Manfred Eicher, “Conspiracy”. Sei frammenti di pura musica per la mente, distese siderali di note sospese tra una galassia e l’altra. A partire dall’iniziale As If The Ghost...Was Me?, atmosfere impalpabili e suadenti, chitarra e basso in armonia, batteria appena accennata; per proseguire con la meditazione musicale di What Was I Thinking, la chitarra dispiegata come un serico manto su un proscenio metafisico. Dai ritmi più sostenuti, con tastiere elettroniche a delineare un suono tra il ‘nu jazz’, il prog e lo sperimentalismo più spiccato, una delle tracce più intriganti dell’intero album, la title-track Conspiracy, mentre ai confini dell’ambient più sognante si adagia la morbida coltre di By His Lonesome, col basso in spettacolare seppur sobria evidenza. La classica declinazione chitarristica di Rypdal, sospesa tra sogno e utopie sonore, connota fortemente Baby Beautiful, il brano più esteso del disco, un impasto gentile tra chitarra, batteria, basso e tocchi vellutati di piano elettrico, prima che il breve segmento meditativo di Dawn ponga fine a un lavoro di pregevole e raffinata fattura.

Voto: 8/10
Rocco Sapuppo

Audio

Inizio pagina