Migliora leggibilitàStampa
30 Marzo 2020

Cheer-Accident Chicago XX

2020 - Cuneiform Records
[Uscita: 28/02/2020]

Abbiamo citato qualche giorno fa il caso di alcuni musicisti poco prolifici, gli ex Talk Talk. Stavolta, al contrario, incontriamo una band molto prolifica, i Cheer- Accident, giunti al ventesimo album in oltre trent'anni di carriera, la maggior parte però pubblicati nel corso del nuovo millennio. Come spesso avviene, il gruppo è un collettivo molto mutevole di musicisti di Chicago aggregati dal leader Thymme Jones, soprattutto batterista, ma qui impegnato in molti strumenti, noto anche come collaboratore di Jim O'Rourke e Smog/Bill Callahan. Spesso intruppati nel post, math, prog-rock o now(!)wave, a seconda dei gusti del recensore di turno, sono in realtà estremamente eclettici, com'è tipico dei gruppi della città di provenienza. Così questo disco, intitolato “Chicago XX”, già pubblicato da Complacency Records nel luglio 2019 e oggi ristampato in CD da Cuneiform, che nella grafica omaggia il famoso gruppo anni '70, è decisamente vario al suo interno. L'iniziale Intimacy, incisa praticamente dal solo Jones con Amelie Morgan all'oboe è ostica, quasi cacofonica, come volesse spaventare l'ascoltatore. Radicalmente diversa la successiva Like Something To Resemble, con Carmen Armillas alla voce e Jeff Libersher a chitarra e basso (i testi delle canzoni sono di Scott Rutledge, collaboratore esterno), è invece ariosa e melodica, una perfetta canzone pop. Sospesa tra rumorismo e melodia pop è Diatoms, in cui Jones si esibisce anche come cantante, con accenni di ritmo reggae e un intermezzo strumentale tipico dello stile cosiddetto math. Un paio di brani, come Life Rings Hollow e Things, scritti dal chitarrista, sono quelli che riportano più al tipico stile di Chicago e Louisville, con arpeggi insistiti e lievemente dissonanti di chitarra, e poi mediante gli inserti di tromba o tastiere, specie il mellotron suonato da Todd Rittman ex Dead C, evolvono verso il prog. Molto interessanti anche i brani successivi, i più costruiti, con variazioni di ritmo e arrangiamento, ossequiosi verso la scrittura del passato, eppure freschi, non sono mere riproposizioni né esercizi di stile fini a se stessi, sono canzoni che vivono di vita propria. Un disco che ha nel suo eclettismo, forse eccessivo, il pregio e il limite. Però, la summa di stili, ossequiosa delle varie scene anni '90, sia quelle più sofisticate che il pop più alternativo, con qualche richiamo al progressive, genere sintonico alle prime e antitetico al secondo, può piacere e far passare un'oretta molto gradevole al musicofilo senza pregiudizi.

Voto: 7/10
Alfredo Sgarlato

Audio

Inizio pagina