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18 Marzo 2020 ,

Bonny Light Horseman Bonny Light Horseman

2020 - 37d03d
[Uscita: 24/01/2020]

Quanta magia in questo disco. “Bonny Light Horseman” è un disco che ammalia e cattura sin dalle prime note e ascoltare di nuovo la  voce di Anais Mitchell è una delle cose più belle che potesse succedere in questo terrificante 2020 dove solo le arti possono mitigare i bassi umori e le preoccupazioni di questi giorni, ma è di musica che dobbiamo riferirvi e quella che ci regala questo inedito trio è davvero affascinante. Oltre alla Mitchell, 38 anni del Vermont, troviamo il leader dei Fruit Bats, Eric Johnson, da non confondersi con l’omonimo prodigioso chitarrista (Mariani), e Josh Kaufman (National, Josh Ritter). Bon Iver  ha fatto unire i tre musicisti in un Festival di due anni fa e il disco esce per la sua etichetta che adesso si chiama 37d03d, o semplicemente PEOPLE come è sempre stata, label specializzata in collaborazioni fra artisti di differenti luoghi e nazioni, davvero una cosa rimarchevole. Nella registrazione di questo album è capitato che i tre avessero bisogno di altri collaboratori lì su due piedi e alla PEOPLE sembra che tutto sia possibile, magari un altro musicista che era lì in una sala di registrazione attigua ha potuto dare il suo contributo al volo. Johnson ammette che è stata Anais Mitchell la vera molla che ha reso possibile questo parto discografico, “è quella che è cresciuta ed aveva tutti questi dischi folk in casa, è stata una sorta di maestra per me e Josh che avevamo solo qualche timida conoscenza del genere”. Davvero sorprendente quello che viene fuori da una simile unione di forze, la rilettura di classici della tradizione folk è fatta con un tale classe ed eleganza che potremmo definire questo un album senza tempo, siamo fortunati che nel 2020 possiamo ancora ascoltare simili delizie. Bonny Light Horseman è anche il meraviglioso brano d’apertura, la voce di Anais colpisce diretta al cuore supportata anche dal sax di Michael Lewis, si ripete con l’ancient ballad chiamata The Roving, e la dolce cantilena Jane Jane, con un bel raddoppio vocale di Eric Johnson e ripresa da un antico gospel chiamato Children, Go where I Send Thee. Ma qui ci sono ancora cose bellissime da mandare a memoria, Deep In Love su tutte ma come tacere della versione del classico Blackwaterside, canzone ben nota agli appassionati folk con un vasto elenco di nobili interpreti. Fra di loro Bert Jansch, Anne Briggs, Sandy Denny,  anche se molti appassionati rock ricordano la bella resa strumentale di Jimmy Page sul primo Led Zeppelin in una versione che portava il titolo cambiato in Black Mountain Side. Come se il famoso chitarrista volesse farne una canzone sua, abitudine purtroppo ricorrente nella discografia degli Zeppelin, con molte accuse di plagio archiviate e tenute a bada da avvocati con le palle. Tornando al nostro sconosciuto trio i nostri amici ci tengono a sottolineare che in molti casi non conoscevano proprio alcuna versione di molti brani qui presenti, per loro erano solo vecchissime ballate risalenti a tanti anni addietro, solo pura e semplice Folk Music. Proprio questo spirito puro e genuino è la caratteristica principale e la forza di un disco come “Bonny Light Horseman” che non va inteso come una semplice rilettura di cose antiche, ma una bellissima e unica collaborazione fra tre grandi artisti, come non si sentiva da molto tempo. A livello femminile troviamo affinità solo col progetto di Laura Veirs, K.D. Lang e Neko Case, lì eravamo su un altro livello d’ispirazione ma con un risultato ugualmente stupendo. Quello che i tre nostri eroi non hanno chiarito è se questo resterà un episodio isolato o è destinato ad avere un seguito, magari il tour seguente alla sua uscita chiarirà questo dubbio, un favorevole riscontro di pubblico può regalarci altre emozionanti avventure.

 

Voto: 8/10
Ricardo Martillos

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