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22 Febbraio 2018

Kat Frankie BAD BEHAVIOUR

2018 - Grönland Records
[Uscita: 2/02/2018]

Australia - Germania

 

Kat Frankie fa parte di quella nutrita schiera di artisti australiani che hanno scelto come loro residenza, più o meno stabile, Berlino, possiede un aspetto vagamente androgino e un look che richiama l'estetica della città berlinese durante la Repubblica di Weimar. Questo “Bad Behaviour” è il suo quarto disco, il primo per la Grönland Records, i due precedenti erano usciti su Zellephan, la label della cantante, e arriva dopo quasi sei anni da “Please Do Not Give Me What I Want”, e rappresenta un ulteriore passo avanti nella sua ricerca musicale. Durante questi ultimi cinque anni ha partecipato a numerosi progetti e ha dichiarato: «Tutto quello che faccio mi spinge avanti. Non voglio mai smettere di imparare.», e in “Bad Behaviour” questa contnua ricerca si può leggere nell'intento dell'artista di disegnare canzoni pop in cui sono intrecciati gli aspetti cupi e malinconici, come nella tormentata title track, fino a ora prevalenti nella sua produzione, ma anche quelli più gioiosi, è un album sull'amore, fonte di dolore, ma anche di felicità, un album in cu si parla molto di sesso e perfino di politica, come in Home, su chi vuole controllare le vite degli altri, o in Versailles, in cui si paragona la rivolta delle donne durante la Rivoluzione francese e la situazione di oggi.

 

In “Bad Behaviour” Kat Frankie ha creato delle canzoni pop ben poco mainstream, il suo lavoro sulla voce, nel suo canto stile folk, r&b, pop si mescolano mirabilmente così come si intrecciano voce solista, coro e seconda voce, quasi tutte della Frankie, creano più piani di lettura, e allo stesso tempo gli arrangiamenti sembrano attingere a un bizzarro emporio musicale, dove elettronica, fiati, riff di chitarra non finiscono di sorprendere, così come la varietà dei ritmi impressi alle canzoni, e si può perfino ballare con brani come Bad Behaviour, Home o col funky di Headed for the Reaper. E' un album che può perfino apparire caotico almeno a un primo approccio, è solo dopo, dedicandogli più attenzione, che riesci a coglierne l'intima ragione e coerenza. Magari non tutto è pienamente riuscito, si ha la sensazione che talvolta le sia sfuggito il controllo della sua ridondante creatività, e non convince il prevedibile languore delle ultime due tracce, ma si tratta di peccati veniali che passano in secondo piano e sono pienamente comprensibili in un album che non si accontenta di percorrere strade sicure e lungamente percorse, preferendo correre invece qualche rischio.

Voto: 7/10
Ignazio Gulotta

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