Modern Nature Annual

Dopo l'ottimo "How To Live" dell'agosto scorso i Modern Nature, propongono un'appendice dal titolo "Annual", un mini album con soli sei brani, più un breve sketch di sola chitarra, ispirato al fluire delle stagioni. In questo disco la formazione ha un leggero rimaneggiamento: accanto al leader Jack Cooper il sassofonista Jeff Tobias ha un ruolo più preponderante, mentre si fa momentaneamente da parte Will Young per concentrarsi sui Beak. La musica che ci propongono potrebbe essere definita post-rock, anzi, un omaggio ad alcuni dei gruppi che maggiormente hanno ispirato quel filone: i Talk Talk più atmosferici, specie nell'uso della batteria, spazzolata e dai tempi complessi, i Can più soavi, quelli di "Future Days", ma anche i ritmi "motorik" dei Neu! Come in molti dischi che abbiamo ascoltato di recente l'apertura è affidata a un breve strumentale, Dawn, in cui la chitarra dialoga col violoncello. Il contrasto tra una dolce melodia pop, quasi sussurrata, e un sax spesso anche aspro contraddistingue Flourish, il brano più debitore al gruppo di Mark Hollis e Paul Webb, mentre la voce appena accennata su una chitarra swingante di Mayday potrebbe provenire da un'outtake di "Ege Bamyasi". Il tempo di valzer di Halo fa rimembrare grandi predecessori di Cooper come Nick Drake e John Martyn, non siamo su quelle vette, ma la tradizione della migliore canzone inglese dà ancora i suoi frutti. Mentre Ritual occupa solo venti secondi di accordi di chitarra effettati, e poteva anche rimanere nel cassetto, le conclusive Harvest, affidata alla voce di Kayla Cohen degli Itasca, con una chitarra più distorta a dialogare col sax, e Wynter, dolcemente ritmata, chiudono in bellezza il disco. Un lavoro riuscito, consigliabile a chi ama il rock più sofisticato, niente di rivoluzionario ma buona musica suonata ottimamente e con gran gusto. Ovviamente, per chi se lo fosse perso, consigliamo anche il precedente "How To Live" altrettanto riuscito, anzi più vario.