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21 Maggio 2020

Einstürzende Neubauten Alles In Allem

2020 - Potomak
[Uscita: 15/05/2020]

Lunga e costellata di frastagliate deviazioni spazio-temporali, logico-contenutistiche, rumoristiche e sperimentali, è la carriera nobile degli Einstürzende Neubauten, leggendaria formazione berlinese d'avanguardia. La creatura di Christian Emmerich, in arte Blixa Bargeld, “cattivo seme” nel combo del geniale Nick Cave sin dal 1984, licenzia per la Potomak il quattordicesimo lavoro sulla lunga distanza, “Alles In Allem”. Sebbene remoti appaiano i tempi di “Haus Der Lüge”, “Tabula Rasa”, “Ende Neu”, il livello del gruppo è tuttavia notevole, tuttora. Sempre in bilico tra suggestioni noise, conati di sperimentalismo ‘stockhauseniano’, ebbrezze mai smaltite di ‘krautismo’ avanguardistico (Can, Faust) e riferimenti colti a ‘opere da tre soldi’ di brechtiana reminiscenza, il suono degli Einstürzende Neubauten è sempre accattivante e convincente. L’istrionica e proteiforme presenza vocal-teatrale di Blixa è stigma di garanzia e classe inequivocabili. Al suo fianco, sostengono la parte con assoluta brillantezza Alexander Hacke, Andrew Chudy (N.H.Unruh in arte), Rudolph Moser e Jochen Arbeit. Esattamente tredici anni dopo il pur notevole “Alles Wieder Offen”, mai titolo fu più attuale se riferito alle congiunture virali di oggigiorno, il nuovo album s’inaugura con la sontuosa litania percussiva, su cui s’innesta la voce irriverente di Bargeld, di Ten Grand Goldie. Am Landwehrkanal propone stilemi da teatro brechtiano con l’addizione degli strumenti a percussione quale giusto corredo musicale, mentre Möbliertes Lied si connota per la voce recitante di Blixa che s’intreccia con un ordito sonoro rinviante a schemi kraut di superba matrice. Un suono di campane, subito seguito dal lancinante allarme di una sirena, apre la litania vocale di Zivilisatorisches Missgeschick, che tra rumori di compressori pneumatici e tintinnii di strumenti da costruzioni edili fa rilevare i guasti della civiltà contemporanea, prima che la molle ovatta armonica di Taschen ripristini una struttura melodica di struggente poesia, con la presenza di archi e coro gregoriano. Sulla scia della recuperata struttura armonica si snoda la successiva traccia, Seven Screws, che tuttavia non rinuncia agli schemi avanguardistici che permeano l’intero disco. Superba, poi, è la title-track, Alles In Allem, inaugurata da un profondo suono d’organo su cui si innesta come un fogliame translucido la voce ispirata del leader, per un segmento di pura bellezza espressiva. Così come splendida è la linea musicale di Grazer Damm, quasi un accenno di valzer futuristico sul ciglio dell’abisso, mentre a soluzioni da teatro d’avanguardia rimanda il segmento vocal-sonoro di Wedding, prima che il sigillo finale di Tempelhof, organo e voce in liquida dissolvenza, suggelli un album di pregevole livello. Gute Fortsetzung der Reise, Jungen!

Voto: 7.5/10
Rocco Sapuppo

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