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8 Dicembre 2020

Dirty Projectors 5EPs

2020 - Domino Records
[Uscita: 20/11/2020]

Viene quasi da definite come una raccolta-non-raccolta “5EPs”, l’ultima fatica discografica dei Dirty Projectors che racchiude appunto i cinque extended play album del collettivo di Brooklyn guidato da David Longstreth. "Windows Open", "Flight Tower", “Earth Crisis”, “Super João”, e “Ring Road”, tutti pubblicati nel corso dell’infausto 2020, sono frutto di un lavoro di ricerca ed esplorazione che ha portato i Dirty Projectors ad affrontare diversi stilemi musicali, affidando alternativamente le voci a Maia Friedman, Felicia Douglass, Kristin Slipp e allo stesso Longstreth: il risultato di questo intrigante modus operandi è un album che mantiene una brillante armonia ed un filo conduttore che ne garantisce omogeneità e piacevolezza d’ascolto, ricordando per la metodologia l’approccio adottato dai Beatles nel loro omonimo doppio album (sì, “quello bianco”). Nel primo EP abbiamo infatti atmosfere pop leggere ed eteree in cui la brava Maia sembra l’incarnazione femminile del Paul McCartney solista, nella grazia soave con cui interpreta ariosi pezzi come On The Breeze e Search for Life. Le atmosfere cambiano in maniera sempre armoniosa, passando allo sperimentalismo alternative/R’n’B che domina Flight Tower, con la profonda e sensuale voce di Felicia a rappresentare il valore aggiunto in autentiche perle quali Self Design e Lose Your Love. In Super João al cambio di direzione musicale si associa quello di emisfero: la band vola infatti in Brasile ad omaggiare la bossa nova e João Gilberto. Holy Mackerel, nella sua essenzialità e delicatezza, racchiude la quintessenza del genere e dona al contempo una toccante interpretazione vocale di David. I brani di Earth Crisis consistono in una breve suite di orchestrazioni elettroniche ed archi, su cui spicca la voce soprano di Kristin Slipp: le melodie di questo EP ricordano assai da vicino lo stile di glaciale emotività proposto da Sigur Rós e Björk. Nella maniera più letterale possibile, è affidato a Ring Road il compito di chiudere il cerchio dei quattro EP con altrettante canzoni: stavolta i Dirty Projectors cantano tutti insieme, citando e consolidando finalmente gli stili affrontati nelle sedici precedenti canzoni. Con quella che sembrava nata come una semplice raccolta fisica e digitale di cinque diversi lavori sperimentali, i Dirty Projectors hanno saputo in realtà realizzare un mai banale viaggio sonoro, in cui a prevalere è nel complesso un piacevolissimo alt/pop, in cui la band trova il suo personalissimo trait d’union fra ricercatezza mai fine a sé stessa e sonorità easy listening. Il risultato? Uno dei migliori lavori del 2020, senza dubbio.

Voto: 7.5/10
Fabio Rezzola

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