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14 Febbraio 2012

Lana Del Rey BORN TO DIE

2012 - Stranger/ Interscope
[Uscita: 27/01/2012]

E' davvero sorprendente la necessità degli americani di creare la next big thing, la nuova  stella del firmamento del pop: in fondo la ricetta è semplice,  consistenti ed assillanti passaggi radiofonici, qualche video ammiccante e ben fatto, il giusto sex appeal che non guasta mai ma anche una voce che si elevi dalla massa. Nel comparto del new british soul  ma cantato rigorosamente da interpreti bianche, sembra che almeno in Inghilterra con Adele e Duffy si sia colmato il vuoto lasciato dalla scomparsa della divina Amy Winehouse mentre in Usa essendo Madonna ormai in stato di rottamazione urgeva una degna sostituta.  E' qui che entra in pista tal Elizabeth Grant, 25 anni da New York City, radici latinoamericane ed un padre Bob, che è stato l'inventore dei domini di Internet, poi i soliti vizietti adoloscenziali con storie di  droghe ed alcool, sai che novità. Il proseguo della storia parla di una carriera lampo con un ep di tre tracce "Kill Kill" (2008) a nome Lizzy Grant seguito poi dall'esordio sulla lunga distanza denominato "Lana Del Ray A.K.A. Lizzy Grant" (2010), ovvero un clamoroso errore grafico o davvero un brutto nickname. Il disco, anonimo come pochi, circola (fortunatamente) solo sui canali di iTunes, dopo di che viene rapidamente ritirato dal mercato, in virtù di una precisa strategia del padre, che conservando i diritti sulla figlia può in questo modo sfruttare le future mosse artistiche (?) della fanciulla.

 

Lana infatti firma per la  Stranger Records e debutta col nome corretto finalmente in Del Rey col singolo Video Games (2011), un bel lento strappalacrime con la suadente voce della nostra perfettamente a suo agio, davvero un pezzo di grande fascino, perché negarlo. Il grandissimo successo del brano fa sì da catapultare Lana al centro dell'attenzione generale ed il pezzo da qui in avanti verrà riproposto ed inciso in tutte le salse, in vinile, digitale, come singolo, in ep e nel nuovo disco appena uscito ad inizio anno. Il volto innocente  ed il notevole aspetto fisico da ragazza della porta accanto, quella che sognano tutti o quasi gli americani, fanno poi la differenza almeno a livello puramente visivo. Annunciato dall'ep dell'anno scorso con quattro pezzi, Video Games, Born to Die, Off the races e Blue Jeans, ovvero il suo meglio concentrato, esce adesso il tanto sospirato e spesso rimandato disco d'esordio a nome Lana Del Rey, "Born to die".  I discografici della Stranger/Interscope records non si sono affatto preoccupati o vergognati di rimettere pari pari i succitati brani ad inizio disco, senza nemmeno degnarsi di mescolarli alle altre tracce, rendendo di fatto inutile l'acquisto del precedente dischetto agli ignari compratori, ormai sempre più presi per il naso per non dire di peggio. Da una parte c'è da dire che sono probabilmente le cose migliori del lotto di canzoni, per lo meno si fanno ascoltare con piacere anche se  scivolano via rapidamente, d'altra parte essendo l'edizione deluxe di oltre un’ora di durata rimane sempre tanto da ascoltare in questo album della Del Rey.

 

La bella voce della Grant è purtroppo rovinata da arrangiamenti spesso invadenti, troppo zuccherosi e stucchevoli, il livello compositivo della stessa, che non dimentichiamolo compone i suoi pezzi, è francamente scarso e non poco, siamo della parti di personaggi quali Nelly Furtado o di Madonna stessa. Piacerà tanto ai teenagers americani, la classica selezione di canzoni da mettere sull'ipod, tanto disimpegno e melodie orecchiabili che rimangono in testa dopo pochi ascolti, ed è quindi davvero un impresa ardua per il sottoscritto salvare qualcosa dalla  mediocrità generale. Chi ha paragonata la Del Rey ad Amy Winehouse magari si vada ad riascoltare “Back to Black” e poi se ne riparla:  se la signorina Grant eseguisse canzoni di altri il giudizio forse cambierebbe, ovvero se le composizioni avessero un’ altra qualità le sue doti vocali, che non sono proprio le peggiori in circolazione, probabilmente ne uscirebbero esaltate. Inutile dire che "Born to die" a pochi giorni dalla sua pubblicazione è volato rapidamente al numero 1 di mezzo mondo, aspettiamola al varco dei prossimi lavori, se è solo un altra meteora costruita ad arte lo scopriremo prestissimo.

 

 

Ricardo Martillos
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