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17 Dicembre 2013 ,

Metz + Cheatahs + His Electro Blue Voice 17 Novembre 2013, Milano, Lo-Fi


MetzAltra serata per chi ha lo stomaco forte quella del Lo-Fi che ha visto I canadesi Metz ritornare in Italia e a Milano dopo la loro prima venuta a Febbraio di quest’anno. In questa occasione il menu è anche arricchito dal trio italiano degli His Electro Blue Voice e dai londinesi Cheatahs. Quando arriviamo, il terzetto comasco ha già iniziato il suo set che seguiamo per poco ma, il noise rock che i ragazzi propongono sembra essere ben gradito al non ancora numeroso pubblico presente. E’ poi la volta dei Cheatahs  quartetto che propone un suono a cavallo tra psychedelia e grunge senza premere particolarmente sull’acceleratore e rimanendo sul un sound con ritmiche e melodie abbastanza orecchiabili per un set di una quarantina di minuti comunque godibili. Sono le 23.45 quando sale sul palco la band di Toronto e il pubblico (che nel frattempo e discretamente cresciuto di numero) viene subito investito dalla potente onda sonora del trio che attacca con Dirty shit seguita a ruota da Knife in the water, Negative space e Get off. 

 

E’ la band del chitarrista Alex Edkins che sembra il tipico nerd, almeno fino a quanto non inizia a seviziare la chitarra, urlare come un posseduto e saltare come un indemoniato da una parte all’altra del piccolo palco del Lo-Fi, tanto che evidentemente per sfruttare al meglio lo spazio a disposizione, si mette anche a saltare sulla batteria suonata come una furia da Hayden Menzies. Anche se meno appariscente, il bassista Chris Slorach percuote il suo basso in maniera sistematica tanto da rompere la tracolla a tre quarti del set eMetz doversi far prestare il basso dei Cheatahs per terminare il concerto. La formula è quella di un suono che sta a cavallo tra il grunge più rumoroso, un post-hardcore fatto di pochi accordi ripetuti senza troppi (direi quasi assenti) compromessi alla melodia. Quarantacinque minuti per una decina di canzoni, salvo poi rientrare per  un encore di altri tre pezzi e portare così la durata totale nei canonici sessanta minuti circa (ormai un minutaggio classico per gruppi del genere) per un live  che non ha lesinato energia e sudore sia tra il pubblico che i membri della band. Sono un buon gruppo i Metz, sicuramente nulla di innovativo e particolarmente originale, ma si sente la sincera vocazione ad una attitudine, quella degli anni ’90 americani, fatta di rabbia e voglia di urlarti in faccia il disagio del quotidiano.

 

Ubaldo Tarantino
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