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15 Dicembre 2017

Penguin Cafe Orchestra: "Union Cafe" Ristampe, Antologie, Box

1 dicembre 2017 - Erased Tapes Records-Audioglobe


Penguin Cafe Orchestra UNION CAFEUn’operazione di trasmutazione alchemica come la stampa per la prima volta in vinile di un album uscito quasi un quarto di secolo fa (1993) potrebbe lasciare perplessi. Se non si trattasse di un disco di rara raffinatezza come Union Cafe della Penguin Cafe Orchestra, ultimo lavoro in studio prima della prematura dipartita venti anni fa - la ristampa vuole ricordarla - di Simon Jeffes (1949-1997), maestro e mentore della magica orchestra per pinguini. L’idea che si stesse raschiando il fondo del barile, in proposito, avrebbe potuto trovare apparentemente conferma nell’album licenziato qualche mese fa (e da noi recensito) dal figlio di Simon Jeffes, Arthur, che, riesumando e rivisitando brani dell’illustre genitore al fine di rendergli omaggio, ha dato alle stampe il non riuscitissimo “The Imperfect Sea”. Tuttavia, in Union Cafe siamo al cospetto di un album di splendida tessitura armonica, con un impianto orchestrale di finissimo allestimento.

 

I brani scorrono via come le gocce perlacee di una sorgiva d’acqua purissima. In bilico tra lo scherzo melodico e il capriccio sonico, con grande intelligenza e intuito poetico, Simon riusciva a creare un ordito di sensazioni e spunti tonali di grande suggestione: pendall’atmosfera ludica di Scherzo And Trio, divertissement per piano e archi da cafechantant, alla superba partitura di Lifeboat (Lovers Rock), intreccio di archi, piano e chitarra classica da antologia. Passando dalla fantasia pianistica di Nothing Really Blue alla sperimentale armonia obliqua di Cage Dead, dal segmento stupefacente ed ebbro di esili scintillii sonori di Vega, dieci minuti e mezzo di meditazione per piano e archi alla vivacissima danza scozzese di Organum rinviante a suggestioni sonore di cornamuse profilate contro i cieli delle Highlands. E, ancora, proseguendo lungo scie di brillanti cromatismi sonori con Silver Star Of Bologna, fino a giungere alla dimensione severamente riflessiva e poetica di Lie Back And Think Of England e allo ‘sgocciolio’ finale della surrealistica Passing Through. Una delizia vinilica.  

 

Rocco Sapuppo

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