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10 Giugno 2017 ,

Penguin Cafe THE IMPERFECT SEA

2017 - Erased Tapes Records
[Uscita: 5/05/2017]

Inghilterra

 

Per circa un quarto di secolo, a un dipresso, sin da quel remoto 1974 che ne contemplò la nascita e dal 1976 che ne registrò l’esordio con “Music From Penguin Café”, la Penguin Cafe Orchestra rappresentò un’idea esemplare di moderna musica da camera, incontro tra il folk più avanguardistico e impulsi sperimentali per piccola orchestra d’archi. Fino alla scomparsa, nel 1997, del fondatore, il valoroso Simon Jeffes, chitarrista e compositore inglese, che insieme alla violoncellista Helen Liebmann aveva dato vita al prezioso ensemble e rilasciato alcune opere di assoluto valore artistico quali “Broadcasting From Home”, “Signs Of Life”, “When In Rome...”. Con un organico di volta in volta rinnovato ma tenendo ferma la leadership, il gruppo ha regalato perle musicali di notevole pregio, a tal punto da entrare nelle grazie di artisti che hanno fatto la storia della scena contemporanea, Brian Eno (che produsse il loro primo lavoro), i Kraftwerk (con cui suonarono spesso come ensemble d’apertura dei loro concerti). La morte di Simon Jeffes mise fine a quell’esperienza. Oggi, a distanza di ben diciassette anni dal disco che gli amici e collaboratori di Simon diedero alle stampe in forma di tributo, “Piano Magic”, il figlio, Arthur Jeffes (nella foto sotto a sinistra) riesuma i resti della Penguin Café Orchestra e, come un’araba fenice dei nostri tempi, la rimette in circolazione con questo “The Imperfect Sea”, nel quale sono contenuti tra gli altri elementi una versione rivisitata di uno dei brani scritti dal padre Simon, Now Nothing, una cover di Franz Schubert dei poderosi summenzionati Kraftwerk, e il remake del brano Wheels Within Wheels dei Simian Mobile Disco.

 

L’operazione di resurrezione della Penguin, diciamolo, non pare all’altezza degli esiti artistici della sua prima incarnazione, sebbene il suono sia a tratti accattivante e suggestivo. Partendo dall’iniziale traccia, Ricercar, il suono iterativo degli archi appare contrassegnato da una certa stucchevolezza d’insieme; notevole nelle sue circonvoluzioni sonore elicoidali si mostra, invece, Cantorum, frammento di grande impatto immaginifico. Non convince, per contro, la cover di Franz Schubert dei Kraftwerk, troppo debole l’approccio compositivo e scontate le soluzioni di adattamento semi-orchestrale, mentre verso un moderno sentiero di classic folk sembra incamminarsi Protection, traccia nella quale la chitarra arpeggiata e il violoncello recitano un ruolo di eccellente livello. Di taglio più sperimentale, almeno inizialmente, è il segmento sonoro di Rescue, dove gli archi rilevano in modo impercettibile, prima di impadronirsi del proscenio, nel finale, con ritmi incalzanti e armonicamente efficaci. La promenade pianistica di Now Nothing, alquanto deludente rispetto all’originale del 1984, e la già citata cover di Wheels Within Wheels di discreta fattura, invero, chiudono un album che ha più il sapore dell’omaggio reso da Arthur all’illustre genitore scomparso che quello di una credibile prospettiva a lungo raggio dell’esperienza della Penguin Cafe Orchestra, da considerarsi, ormai, purtroppo, artisticamente e ineluttabilmente conclusa.

Voto: 6/10
Rocco Sapuppo

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