Latte e Miele Passio saecundum Matthaeum, the complete work
Passio saecundum Matthaeum: La riedizione
I Latte e Miele, storica band della scena progressive-rock italiana degli anni ’70, ha pubblicato il 26 Marzo 2014, per l’etichetta Black Widow Records l’album “Passio secundum Matthaeum – The complete work”. Si tratta di una riedizione della loro opera più famosa, un concept-album ispirato al Vangelo secondo Matteo, uscita in origine nel 1972 per Polydor, completamente ri-eseguita e incisa con le moderne tecniche di oggi e con una qualità audio superba. Ma non è tutto: nel corso degli anni il tastierista della band, Oliviero Lacagnina, ha continuato a comporre materiale in qualche modo collegabile a quel lavoro, per cui questo “Complete Work” esce con oltre mezz’ora di musica inedita in più, di altissimo livello, che di fatto ne raddoppia la durata. I quattro componenti storici dei Latte & Miele, cioè Marcello Giancarlo Dellacasa (chitarre), Massimo Gori (basso e voce) e Alfio Vitanza (batteria e voce), oltre al già citato Lacagnina, nel nuovo disco sono affiancati dagli archi degli GnuQuartet e dal Coro Polifonico Classe Mista, il tutto sotto la supervisione, la produzione sonora e il mixaggio di Aldo De Scalzi, noto autore di colonne sonore, componente dei Picchio dal Pozzo (altra storica band prog-rock genovese) e collaboratore del fratello Vittorio De Scalzi (dei New Trolls). Il ruolo di Narratori dei vari passi evangelici che fanno da trait-d’union tra i vari brani è ricoperto da alcune tra le più belle voci della scena musicale italiana di ieri e di oggi: tra le altre Silvana Aliotta (dei Circus 2000), Paolo Carelli (dei Pholas Dactylus), Giorgio D’Adamo (dei New Trolls), il già citato Aldo De Scalzi, Sophya Baccini (dei Sophya Baccini’s Aradia), Alvaro Fella (dei Jumbo), Paolo Griguolo (dei Picchio dal Pozzo), Max Manfredi, Elisa Montaldo (de Il Tempio delle Clessidre), Simonluca e Lino Vairetti (degli Osanna).
La conferenza stampa di presentazione
L’album è presentato il 4 aprile al Teatro Verdi di Genova, con la band Il Tempio delle Clessidre come opener, anch’essa della scuderia Black Widow Records. La conferenza-stampa di presentazione, invece, si è svolta il 26 Marzo al 29 Rosso di via del Campo, in quello che è un vero e proprio “tempio” della musica genovese: nato come museo dedicato a De Andrè, oggi è stato allargato a tutta la scuola cantautorale della città e raccoglie materiale raro e molto interessante di artisti come Umberto Bindi, Bruno Lauzi, Gino Paoli, Luigi Tenco, Max Manfredi, Francesco Baccini, New Trolls, Matia Bazar e numerosi altri. Doveva essere un’intervista, la classica intervista con domande e risposte, si è trasformata in qualcosa di molto più “magico” e coinvolgente: un vero e proprio flusso di coscienza goethiano nel quale i quattro musicisti della band si sono abbandonati a ricordi, emozioni, aneddoti, considerazioni varie sulla musica di ieri e di oggi. Cercheremo qui di ricostruire per paragrafi questo percorso in base agli argomenti trattati.
La location
Per cominciare, anche il luogo dell’incontro ha un suo perché. Inizia la conversazione Massimo Gasperini, “patron”, della Black Widow Records, che racconta questo episodio: “Qui dove oggi sorge il museo c’era il negozio di Gianni Tasso, una vera istituzione della musica genovese. Io qui comprai da ragazzo il mio primo 33 giri. Era "Dolce Acqua" dei Delirium. E oggi, a distanza di tanti anni, i Delirium sono parte della scuderia Black Widow Records e la sede della casa discografica è al numero 6 di questa stessa Via del Campo, la strada della musica per eccellenza in Italia. Tutto torna come in un cerchio che si chiude”. Un Cerchio d’Oro, aggiungiamo noi, per citare un’altra storica band della scuderia Black Widow.
Il progetto
Racconta Massimo Gori: “Quando Oliviero ci ha fatto sentire le musiche dedicate a questa ideale prosecuzione del disco che aveva composto negli anni, erano così belle che non si poteva non tornare in studio di registrazione a inciderle, sarebbe stato un delitto trascurarle. Abbiamo deciso di dare nuova vita alla Passio perché dopo tanti anni di tournée anche all’estero abbiamo capito che era il nostro lavoro più importante. Molti nel corso degli anni ci hanno chiesto perché proprio il Vangelo: da parte nostra, l’ho sempre detto, c’è una visione totalmente laica, che nulla toglie all’intensità dell’album e di questa storia di grande umanità che rimane sempre meravigliosa nel tempo. Anche i molti ospiti illustri che hanno letto i passi del Vangelo abbiamo chiesto che non recitassero, che fossero il più possibile naturali, che non si sentissero attori, ma uomini e donne, proprio per esaltare l’umanità della vicenda”.
La nostalgia
Ancora Gori: “Non c’è nessuna operazione-nostalgia e non temiamo affatto che la gente la interpreti a questo modo. Da parte nostra siamo vivi come non mai, questo si sente nel disco, dove c’è tanto materiale nuovo, ed emerge anche dai nostri concerti”.
E aggiunge Alfio Vitanza: “Comunque, anche se in tutto ciò ci fosse un pizzico di nostalgia, ben venga! La gente ha bisogno anche di nostalgia, lo dimostra il successo di molte tribute-bands. Esse sono la testimonianza che gruppi come Beatles, Genesis, Pink Floyd, hanno scritto pagine immortali. Si può tutelare e salvaguardare la grande musica di sempre senza incorrere nel timore di sembrare nostalgici”.
Il Progressive Rock
Vitanza: “I generi musicali sono stati creati dopo. Noi siamo nati negli anni ’70, dove si parlava genericamente di pop italiano, e ci è capitato di aprire i concerti di Gary Glitter come quelli di Mia Martini. All’epoca la gente andava a sentire tanta musica dal vivo senza preconcetti, poteva succedere che una folk-band come gli Amazing Blondel aprisse gli show dei Black Sabbath e ciò non era strano. Nell’immenso calderone del pop italiano c’era di tutto e la gente ascoltava noi, il progressive rock di gruppi molto diversi tra loro come Pfm e Banco, le sperimentazioni di Battiato, la melodia di Mia Martini. Soltanto oggi sono stati messi tanti paletti, sento dei giovani che se parlano di power-metal è una cosa già diversa dallo speed-metal e sembra che queste realtà non si possano incontrare, come due cavi che vanno in controfase. E questo è solo un esempio tra tanti”.
La partecipazione del pubblico
Vitanza: “Siamo usciti con il primo album e abbiamo fatto subito un tour teatrale e la gente partecipava numerosa, animata solo dalla curiosità e dalla voglia di scoprire. C’erano soltanto il passaparola e due ottime riviste, una era Giovani e l’altra Ciao 2001, per essere informati sulle novità. Per assurdo, oggi che ci sono molti più mezzi per tenersi informati, c’è meno curiosità”.
Gori: “Oggi sembra normale spendere 25 euro di ingresso per una serata in discoteca senza che venga considerato un prezzo eccessivo. Poi ci sono spettacoli teatrali che ne costano 15 o 20 e la gente storce il naso. Oggi chi fa musica come la facciamo noi può farlo esclusivamente per passione. Siamo tornati in studio per il piacere di farlo, senza guardare al soldo”.
L’attività musicale
I Latte e Miele, pur avendo attraversato lunghi periodi di inattività, non hanno mai abbandonato la musica: Oliviero Lacagnina insegna in un liceo musicale e ha una vivace attività di compositore, arrangiatore e produttore per conto altrui; Marcello Giancarlo Dellacasa è un concertista dedito alla chitarra classica; Massimo Gori suona il basso come turnista per diversi musicisti e lavora anche nel campo del teatro leggero, attualmente infatti è in tournée con la band che accompagna Corrado Tedeschi; Alfio Vitanza ha suonato in diverse formazioni dei New Trolls e fa parte dei Beatbox, probabilmente una delle più apprezzate e conosciute tribute-bands dei Beatles a livello europeo.
Il nome
Raccontano i musicisti della band: “Il nome fu pensato da Alfio Cantarella della Equipe ’84. All’epoca tra i gruppi che suonavano il cosiddetto beat era una corsa a cercare i nomi in inglese che suonassero il più possibile strani ed esotici. Cantarella ci disse: "Voi dovete puntare a una cosa tutta diversa, un nome italiano che suoni semplice, immediato, diretto". Quando gli rispondemmo: allora dillo tu, un nome. Lui ci sparò lì al volo Latte e Miele. Subito storcemmo il naso. Poi ci pensavamo, ci ripensavamo e alla fine ci dicemmo: però non è affatto male! Quel nome ci ha portato fortuna e ci ha accompagnato per tante tournée in tutto il mondo”.
Don Gallo
L’album è dedicato alla memoria di Don Andrea Gallo. Tra i lettori di passi del Vangelo sul disco avrebbe dovuto esserci anche lui, ma purtroppo le sue condizioni di salute si sono aggravate proprio nei giorni in cui “Passio secundum Matthaeum – The Complete Works” veniva registrato.
Gori e Vitanza commentano: “Da una parte ci rattrista profondamente il fatto che Don Gallo non sia con noi sul disco, perché era un grande amico, era una grande figura di riferimento per tutta Genova e sarebbe stato un grande onore avere per noi l’ultima testimonianza incisa della sua parola. Da un altro punto di vista, però, siamo ben contenti che sia andata così: ci sarebbe stato sicuramente qualche sciacallo che non avrebbe colto la nostra sincerità e ci avrebbe ingiustamente incolpato di speculare sulla memoria di Don Gallo. Quindi, meglio così. Lui rimane comunque nei nostri cuori”.
E infatti ricordiamo che alla fine di aprile verrà presentato a La Spezia un libro su Don Andrea Gallo a cura di Luigi Faccini e, naturalmente, i Latte e Miele, in qualità di ospiti, non potranno mancare.
Aldo De Scalzi
Tanto, il lavoro fatto da Aldo De Scalzi per questo album dei Latte e Miele. Questo stimato polistrumentista e autore di colonne sonore spesso suona anche dal vivo sul palco con loro, come è avvenuto alla scorsa edizione della FIM. La band lo commenta così: “Lavorare con Aldo è meraviglioso. Siamo cresciuti insieme, è un grande amico ed è una persona estremamente propositiva e collaborativa”.
I progetti
Inevitabile, a questo punto, chiedere se sia in lavorazione nuovo materiale inedito. Oliviero Lacagnina commenta: “Chi fa musica non smette mai di scrivere. Idee ce ne sono tante, materiale da sviluppare ce n’è. Vorrei, però, che il prossimo album, a differenza di questo che contiene tanto materiale che avevo nel cassetto, fosse frutto delle idee di tutti, non di un solo autore, perché sarebbe più bello e più appagante”.
Genova
Lacagnina guarda con affetto alla sua città: “Genova ci ha dato tanto, non ci ha mai fatto sentire soli”. Anche se Gori commenta che, come si evince dai testi di molte canzoni, Genova è la città che tutti lasciano per andare a svolgere la propria missione e poi tornare: “Abbiamo avuto l’emozione di vedere in Giappone e in Corea del Sud il pubblico che cantava in italiano ai nostri concerti, paradossalmente sanno i nostri testi a memoria più a Seoul che a Pegli, dove siamo nati e cresciuti”.
Vitanza e Gori sottolineano quest’aspetto: “Città come Milano o Napoli sanno coccolare meglio i propri artisti, sanno esportarli, sanno fare marketing. Un artista milanese o napoletano che fa un concerto nella propria città natale può sempre contare sul pienone. Noi abbiamo riempito i teatri un po’ in tutto il mondo, dal Sud America all’Oriente, eppure quando suoniamo a Genova è sempre una grande incognita”.
Accanto a loro, in conferenza stampa, si trova Elisa Montaldo che, oltre a essere tra i lettori del Vangelo nell’album “Passio – Complete Work” è la tastierista de Il Tempio delle Clessidre, da poco reduce da trionfali concerti proprio a Seoul (dal quale verrà tratto un DVD live, sempre per Black Widow Records) e in Pennsylvania, al prestigioso NEARfest. E anche lei, genovese apprezzata all’estero, proprio come i Latte e Miele, può confermare che è così.
Commenti →