Deadburger Factory LA FISICA DELLE NUVOLE
Box 3 CD+Booklet
Deadburger Factory è l’acronimo con cui i Deadburger, insieme ad un parterre di ospiti illustri, firmano una delle uscite più originali e coraggiose di questi tempi bui e amorfi. "La Fisica Delle Nuvole" è un cofanetto di tre CD con tanto di libretto d’opera illustrato dal fumettista Paolo Bacilieri. Assolutamente non il solito cofanetto ma un concept che racchiude elementi assolutamente scomponibili e separabili pur nella loro univocità progettuale.
1° CD - Puro Naylon (100%)
Il primo CD “Puro Naylon (100%)” è un omaggio musical visionario che i due Deadburger, Vittorio Nistri e Alessandro Casini, rendono alla poesia di Tony Vivona. Inizialmente infatti uscì un suo libro di poesie con lo stesso titolo “Puro Nylon” (Urto Editore) che ispirò performance live di reading musicato e pièces teatrali multiformi che alternavano musica, poesia e scene tratte dalle commedie di Beckett e Saviane. In questo CD vengono riprese alcune selezioni musicate dai tre protagonisti e vengono appositamente reinterpretate e rielaborate nella complessità suggestiva del disegno “La fisica delle Nuvole”. Escono così otto brani che si uniscono in un improbabile collage che fonde musica concreta, astrattismo e rigorosa formalità da orchestra sinfonica. In “Puro Naylon (100%)” sembra volersi conciliare l’alienazione post atomica e la complessità metafisica e poliedrica della materia intesa come essere. Ne scaturisce un accostamento ossimoro e osmotico che rende funzionali alla metafora tanto gli stridori industriali che le vellutate atmosfere impro jazz, le diluizioni psichedeliche e le progressioni degli archi inframezzate dai campionamenti elettronici. Un sound poetry di grandissima suggestione emozionale capace di coniugare smarrimento e lirismo, tensione montante e visioni oniriche di impalpabile lievità. Di rara bellezza l’ipnotica intro di archi che ci restituisce la voce di Giorgio Saviane che declama ‘Il poeta’ in Variazioni su un campione di Erik Satie #2 in un crescendo vorticoso di loop e interferenze di nastri. La liquidità cristallina di Oltre che si stratifica in modulazioni sempre più rarefatte fino a raggiungere sentori vagamente space. Obsoleto Blues traduce molto bene il connubio tra sinteticità elettrificata e acida ed essenza rock vibrante, cinetica, pulsante. Questo lavoro conduce un’indagine che, nel senso più olistico del termine, è un’intelaiatura di eclettismo artigianale che risale agli albori della creatività nuda e cruda, deragliata da generi e sottogeneri, influenze e accostamenti. La sublimazione spazio temporale, l’ascesi sensoriale che traduce le parole non dette: ‘ciò che la pelle percepisce nessuna parola spiega’ è senz’altro espressa negli ultimi tre pezzi di ambient fusion subliminale: Variazioni su un campione di Erik Satie # 4, In ogni dove, Ancora più Oltre.
2° CD - Micro-Onde - Vibro-Plettri
Il secondo CD è uno split di sperimentazione assolutamente anomala: “Micro-Onde” di Vittorio Nistri e “Vibro-Plettri” di Alessandro Casini. Protagonisti sonori un forno a micro-onde e inusuali plettri vibranti presi in prestito dall’ultimo bizzarro catalogo di giocattolini erotici per la stimolazione clitoridea. I quattro brani di “Micro-Onde” furono utilizzati per uno spettacolo di poesia visiva dal titolo ‘Interferenze’, atto unico di Sandro Gualdani. Una ritmica tribale e primitiva lacerata da folate siderali di elettronica straniante. Un altalenante duello tra suggestioni arcane e precipizi cosmici di smarrimento e vacuità. Anche i quattro brani di “Vibro-Plettri” furono originariamente concepiti come colonna sonora di uno spettacolo teatrale “Nova Express” che, per una serie di motivazioni, non fu mai realizzato.
3° - La fisica delle Nuvole
Infine, il terzo CD che riunisce l’intero organico Deadburger: “La fisica delle Nuvole”, si compone di otto brani inizialmente concepiti come sfondo musicale per alternare dei monologhi teatrali tratti da: Satie, Gaiman, Vonnegut, Coupland, Balestrini e Houellebecq. Nel disco se ne conserva lo spirito, non solo per la decisione di non introdurre overdubs in sede di registrazione, ma perché si sviluppa, e se vogliamo si amplifica, l’idea di un’improvvisazione che prende forma sulla base del soffio emozionale. Tutto è molto estemporaneo e allo stesso tempo fluidamente alchemico. Le sottolineature degli archi e dei fiati, le libere esplorazioni della viola, i tocchi soffusi del basso fretless ci riportano all’intimità di un happening. Tra gli ospiti più illustri Enrico Gabrielli, Paolo Benvegnù, Giulia Sarno (Une Passante) e Marina Mulopulos (Almamegretta). Atmosfera sognante e trans etnica nelle commistioni strumentali di Amber, affidata a percussioni orientaleggianti e graffiate di viola con tocchi di piano elettrico e tromba. Decisamente più caustica e impregnata di rumorismo ad effetto scratch Bruciando il Piccolo Padre rompe l’effetto di raccoglimento sensoriale con sferzate di energia cinetica. Cose che si rompono è invece il pezzo che si inquadra maggiormente in una ricerca di musicalità più melodica, che in parte sottrae enfasi improvvisativa all’album, sebbene si muova in dosaggi raffinatissimi. Pregevolissimo e di grande impatto Wormhole che galleggia in un’atmosfera di pura sospensione. Apice senza eguali Il mare è scomparso in cui l’armonia strumentale è totale e il dialogo onomatopeico diventa guizzo, effluvio scintillante, intuizione brillante che ci riporta alla psichedelia espressionista dei Faust. Osservando la composizione finale del puzzle - che si può ottenere unendo i tre dischi - se solo in un primo momento ci si fosse stupiti di un’inusuale mancanza di colore (ma siamo sicuri che stiamo parlando di Snowdonia?!), possiamo trovare la risposta nelle parole della poesia di Michel Houellebecq e nell’interpretazione dell’ultimo variegatissimo brano del disco C’è ancora vita su marte.
«Presto gli esseri umani si nasconderanno fuori dal mondo.
Allora si stabilirà il dialogo delle macchine
E il mondo dell’informatica riempirà trionfante,
Il cadavere esausto della struttura divina;
Poi funzionerà fino alla fine dei tempi.»
Questo box vuole essere una risposta a tanto grigiore, vuole inseguire quel rivolo di fantasia che tenta di aprirsi un varco tra la spazzatura del quotidiano. E’ una sferzata di ostinazione che sa raccogliere le ultime stille di orgoglio per guardare oltre, per captare ancora segnali di vita ed estrarre ancora una goccia di emozione dai crateri prosciugati di un pianeta arido. Vale la pena ascoltarlo, gustarlo, osservarlo e provare a mettere in moto ancora il nostro ultimo sogno.
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