The Beatles: "Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band Anniversary Edition - Deluxe Edition (Remixed - Repackaged)" Ristampe, Antologie, Box
“Poche aziende al mondo sanno separare i fans dal loro denaro con il buon gusto e l’eleganza della Apple Corps.”: le parole del The Guardian sono un adeguato slogan per questo cofanetto, ideato per il 50° anniversario di "Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band". L’ennesimo prodotto figlio - quanto legittimo? - di una band sciolta da 47 anni la dice lunga sull’appeal che essa continua a esercitare. A ben vedere, c’è poco di nuovo, dato che molte outtakes di Pepper erano già apparse nell”’Anthology” (1995-96) e in numerosi bootlegs. Tuttavia, restaurate e scandite dall’ordine cronologico di incisione, esse diventano irresistibili per i cultori dei Beatles. Inoltre, la veste grafica curatissima rende la qualità materiale di gran lunga superiore agli standard discografici odierni: va da sé che anche il prezzo lo sia...
Giles Martin - figlio di George, il “Quinto Beatle” - veniva al mondo nell’ottobre 1969, mentre i Fab Four consumavano il loro divorzio, e a lungo si è tenuto a debita distanza da quel mondo. Fino a “Love” (2009), raccolta di mash-up beatlesiani realizzati da George e Giles per il Cirque du Soleil; operazione che dev’essere piaciuta al giovane Martin, che non ha resistito alla tentazione di rimetter mano agli archivi EMI.
Il suo nuovo mix stereo (CD1) è come un filtro fotografico che gioca sui colori già caleidoscopici dell’originale: enfatizza molto le parti di basso e batteria, rendendo alcuni pezzi più “aggressivi”, e aumenta l’esposizione di dettagli forse meno rilevanti (si ascolti la Reprise). Alcuni interventi di Martin junior modificano anche la spazialità dell’immagine sonora, e la corposità delle voci (ad es. in Lucy in the Sky with Diamonds).
Il vizietto del mash-up si ripresenta in molte delle outtakes: nei CD 2 e 3 Giles “inquina le prove” mettendo assieme spezzoni di differenti registrazioni, e rendendo così meno attendibile quella che poteva essere una vera opera documentaria. Resta comunque emozionante ascoltare le prime versioni di quelle che sarebbero poi diventate le tracce del più celebre album di sempre; come nell’Anthology, si ha la sensazione di accostare l’orecchio alla porta dello Studio 2 di Abbey Road, origliando i suoni e le voci “fuori campo” dei Beatles, di George Martin e dei tecnici della EMI; voci che testimoniano innanzitutto il clima di serenità, divertimento e fervore immaginativo che pervade le 700 ore di registrazione di Sgt. Pepper.
Autentiche chicche le sovraincisioni per A Day in The Life. Il crescendo orchestrale, isolato dal resto, assume un nuovo carattere, quasi da soundtrack kubrickiana; ma soprattutto è eccitante assistere alla genesi dell’accordo finale. La track 13 del secondo cd documenta l’idea originaria di un lungo mantra finale, un “Om” corale inciso il 10 febbraio del ’67, dopo la registrazione dell’orchestra. Purtroppo, il risultato non fu quello previsto (“Quattromila monaci che cantano dalla cima dell’Himalaya”) e si arrivò quindi, alla fine della stessa seduta - una giornata piuttosto produttiva! - a quel maestoso Mi maggiore, un fortissimo a dieci mani su tre pianoforti, che risuona per oltre un minuto grazie ai fader spinti al massimo per catturare fino all’ultimo riverbero (includendo così anche rumori accidentali, come il condizionatore dello studio e le scarpe di Ringo).
Nel quarto cd, infine, il mix mono originale viene arricchito con contenuti extra (Strawberry Fields Forever e Penny Lane - originariamente composte per l’album - e missaggi alternativi di A Day in The Life, Lucy in the Sky with Diamonds, She’s Leaving Home e la stessa Penny Lane). Alla fine, ci si chiede quanto una simile operazione sia fedele alla “volontà dell’autore”, e quanto si possa migliorare di un album che per molti è già perfetto così. Ad esempio, l’aggiunta di Strawberry Fields e Penny Lane nell’Expanded Mono Mix, se da un lato assolve all’idea originale di includere i due magnifici pezzi nell’LP, dall’altro finisce per farne delle semplici appendici, non integrate nella tessitura del concept album.
Di certo, essendo un prodotto destinato ai collezionisti, la sua “pregevole fattura” e la veste “ufficiale” conferita a registrazioni che finora erano frammenti sparsi del mercato pirata riusciranno a compensare molte delle obiezioni filologiche. Perché è proprio vero, poche aziende al mondo sanno separare i fans dal loro denaro con il buon gusto e l’eleganza della Apple Corps…
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