Ristampe: Spirogyra BELLS, BOOTS AND SHAMBLES (1973)
Uscita Ristampa: 8 Ottobre 2013
Un plauso alla Esoteric Recordings per questa ristampa rimasterizzata che rende accessibile un disco prezioso e imperdibile, uscito originariamente nel lontanissimo 1973: precedenti ristampe della Repertoire, della coreana Si-Wan, della giapponese Strange Days sono oggi di difficile o costoso reperimento. Questo è il terzo e ultimo atto della storia degli Spirogyra, band inglese nata dalle parti di Canterbury e dedita ad uno stile inquadrabile a grandi linee fra lo psico folk della Incredibile String Band e il prog folk degli Strawbs, ma queste valgono solo come indicazioni generiche, perché la band di Barbara Gaskin e Martin Cockerham ha una sua identità personale che la rende fra le cose più interessanti nate in quegli anni nell’ambito delle band che contaminavano tradizione folk e rock. Naturalmente questi Spirogyra nulla hanno a che fare con la quasi omonima band americana di jazz fusion Spyro Gyra formata negli anni Settanta da Joey Beckenstein e Tom Schuman e tuttora in attività. Al contrario della band americana, alla quale ha arriso un più che discreto successo, per i nostri Spirogyra il successo, ma è assolutamente eufemistico definirlo così, è stato proprio di nicchia e la loro vita artistica è durata solo quattro anni. Infatti dopo il flop commerciale di questo album che pure era uscito per la Polydor, il gruppo si sciolse, la Gaskin si unì agli Hatfield And The North, mentre Cockerham lasciò il Paese e vi farà ritorno negli anni duemila, ricostituendo la band insieme a Mark Francis per alcuni concerti e due album, oltre a curare le riedizioni dei vecchi dischi.
Oltre ai due leader nell’album sono presenti Julian Cusack al violino, John Boyce al violoncello e Steve Borrill al basso; collaborano il batterista Dave Mattacks e Dave Stewart alle tastiere, ma in questa ultima fase gli Spirogyra sono il duo Gaskin/Cockerham intorno ai quali ruotano i diversi musicisti in qualità di ospiti. Riascoltati oggi gli album della band mantengono lo splendore dei grandi capolavori del folk inglese loro contemporaneo, e “Bells, Boots And Shambles” unisce elementi prog, teatralità, ricchezza di suoni e strumenti, contaminazione di generi, evocazione del fiabesco e del mitologico alle atmosfere e alle melodie tipicamente folk e psichedeliche. Gli Spirogyra si avvalgono delle due voci, quella di Martin Cockerham, anche chitarrista, più cupa che alterna toni torbidi, luciferini a quelli teatrali di un bizzarro giullare, e quella cristallina e soave di Barbara Gaskin, evocatrice di paesaggi fiabeschi, incantati e onirici. Molto belli gli arrangiamenti e le sonorità che li avvicinano al sound rarefatto della scena di Canterbury, vengono in mente in particolare gli Hatfield And The North. Rispetto ai precedenti due dischi le atmosfere si fanno più tenebrose e malinconiche (sottolineate dal suono del violoncello in Old Boote Wine e nella maestosa suite finale The Western World), mentre l’iniziale The Furthest Point nel contrasto delle due voci e nel suo impianto tipicamente teatrale ricorda i primi Genesis.
Bill Bruford NON ha mai suonato con gli Spirogyra, e meno che mai su questo album. E nemmeno Alan Laing vi suona, e nemmeno Rick
Biddulph [non Biddulf!]. Infatti il violoncellista è John Boyce. Mi domando di dove possano essere saltate fuori queste tre bufale, certamente non dalle note di copertina, come sa benissimo ogni possessore di una copia originale di questo grandissimo capolavoro. Se poi avete in mano un bootleg, allora è diverso, e non credo verosimile che Cockerham e Soci abbiano autorizzato sfondoni così plateali sulla cover! Note techniche a parte, è una forzatura affermare che la musica ricordi gli Hatfields: basta SAPER ascoltare gli albums in questione per rendersi conto di quanto le sonorità delle due bands siano diametralmente opposte. Se poi non bastasse ASCOLTARE la musica con le proprie orecchie [cosa evidentemente di una difficoltà insormaontabile], invece di andare poi a scopiazzare maldestramente informazioni raccogliticce da “enciclopedie” improvvisate, vogliate notare che nel 1973 gli Hatfields ancora non avevano manco dato alle stampe il loro primo LP!
Avete in mano un capolavoro. ASCOLTATELO, perché c’è un universo intero, dentro quei solchi!
DDM
Dom, grazie delle correzioni per quanto riguarda i credits del disco, purtroppo mi sono fidato del sito Allmusic, solitamente molto preciso e informato. Questo succede quando sei costretto a lavorare non avendo a disposizione la copia fisica. Mi dispiace caso mai il tono astioso del commento. Per quanto riguarda il riferimento agli Hatfield And The North è perfettemente legittimo non essere d’accordo, ed è vero che le due band hanno personalità diverse, ma questo vale anche per Strawbs e Incredible, a me pare che in certi arrangiamenti, per esempio in Parallel Lines Never Separate o nella parte finale di The Furthest Point vi si possano trovare degli elementi comuni. Ma questi sono soltanto tentativi di dare dei punti di riferimento a chi non conosce la band, ma non indicano per nulla un rapporto di discendenza degli Spirogyra dagli Hatfield, dal testo mo sembrava evidente e poi qualche data la conosco anch’io o almeno riesco a “scopiazzarla” in giro.
Ignazio Gulotta
Il testo di questa recensione è stato quindi modificato negli errori che ci sono stati segnalati da DOM, che per questo ringraziamo nuovamente.
Ignazio Gulotta