Blodwyn Pig e Mick Abrahams Gli Alchimisti del British Blues
Mick Abrahams, chitarrista, compositore e vocalist, nato a Luton nel 1943, proveniente da esperienze nei deep sixties con mod-groups come The Hustlers, The Toggery Five, Screaming Lord Sutch e Neil’s Christian Crusaders (dove sostituì Jimmy Page), alla fine degli anni 60 ebbe la ventura di suonare, con una della tante blues band che circolavano a quel tempo in GB, si chiamavano Navy Blue o in alternativa Ian Henderson Bags’o Blues: dopo i primi mesi di ininterrotte gigs nei pubs e in piccoli locali (ma fecero anche qualche concerto al Marquee), i nostri cambiarono nome in Jethro Tull, ispirandosi alla figura di un leggendario agricoltore inglese del 18° secolo. Tutti sanno come andò a finire, i Jethro Tull divennero una delle più importanti band del rock inglese e una della poche, credo con gli Stones, a continuare la loro attività sino ad oggi, sia come live band che come produzione di lavori discografici, praticamente senza alcuna interruzione temporale, attraverso numerosi cambi di formazione ma con la presenza imprescindibile del loro leader assoluto, il flautista, cantante e frontman Ian Anderson.
MICK ABRAHAMS: con i JETHRO TULL
Tornando al 1968, i Jethro Tull registrarono il loro primo disco per l’etichetta Island, si intitolò “This Was”, fu prodotto da Terry Ellis e fu un esordio importante; il loro sound era un mix raffinato di blues e jazz, complesso e caratterizzato dal solismo del flauto e dell’armonica di Anderson e dalla lead guitar di Abrahams: nel disco composizioni di Anderson e di Abrahams e Serenade To A Cuckoo un omaggio a Rashaan Roland Kirk,
jazzista afroamericano non vedente, allora molto popolare e ispiratore di molti sassofonisti e flautisti inglesi. Il disco conteneva anche brani che sarebbero diventati decisamente noti come My Sunday Feeling, Cat’s Squirrel (la incisero anche i Cream nel loro primissimo album “Fresh Cream”) e Dharma For One. Il disco fu bene accolto dalla critica e ottenne un certo successo commerciale, ma presto nella band si aprì un contenzioso tra i due leader, Anderson interessato a spostare l’asse della loro musica verso un folk jazz progressivo, Mick Abrahams molto più legato ai suoni del blues e alla black music. Vinse Anderson e Mick lasciò i Jethro Tull, che dopo averlo sostituito per un breve periodo con Toni Iommi (Black Sabbath) trovarono il definitivo rimpiazzo in Martin Lancelot Barre; i Jethro di lì a poco avrebbero scalato le charts mondiali con dischi storici di grande successo come “Aqualung” e “Thick As A Brick”.
BLODWYN PIG
Abrahams subito dopo l’abbandono della corte di Ian Anderson mise in piedi un nuovo gruppo con il sassofonista e vocalist Jack Lancaster (anche lui un discepolo di Roland Kirk), il batterista Ron Berg e il bassista Andy Pyle, nella band passò brevemente anche Peter Banks, chitarrista dei Flash e poi degli Yes; il nome della band fu Blodwyn Pig. A loro nome uscirono due lavori discografici, il primo: “Ahead Rings Out”, prodotto da Andy Johns, fratello minore di Glyn Johns, producer dei Rolling Stones, fu inciso per la Island e fu un ottimo esordio, con una matrice jazz di fondo ma con i ruggenti inserimenti hard blues della chitarra di Abrahams, tutte le composizioni furono parto della band: It’s Only Love, The Modern Alchemist, Leave It With Me, Dear Jill, The Change Song, Backwash. Un gran disco con un sound potente e dinamico, la Gibson SG di Mick suonò cattiva e pregna di blues feeling, la chitarra 12 corde acustica con peculiari effetti elettronici costruì delle atmosfere molto particolari, i sassofoni di Lancaster e la sezione ritmica diedero a tutto l’album quel tocco jazz un po’ sperimentale, tipico delle sonorità progressive che stavano cambiando l’approccio al rock e anche al blues alla fine della sesta decade del XX° secolo; il disco vendette bene, raggiunse il 9° posto dell’UK album chart e rivaleggiò proprio con “Stand Up” dei Jethro Tull. Nel 2006 è uscito una cd-reissue dell'album per la Emi: "Ahead Rings Out by the Blues Rock band formed by former Jethro Tull guitarist Mick Abrahams", contenente sette bonus tracks, outtakes ed inediti: Sweet Caroline, Walk On The Water, Summer Day, Same Old Story, Slow Down, Meanie Mornay e Backwash, 16 brani in tutto.
I Blodwyn Pig ebbero un notevole successo dal vivo, parteciparono a molti pop festival e suonarono anche negli USA. Nel 1970 registrarono il secondo disco: “Getting To This”, sempre per la Island, un lavoro che non mantenne l’alto livello qualitativo di Ahead Rings Out, ma che conteneva comunque alcuni ottimi brani, come Drive Me, See My Way, la lunga San Francisco Sketches e Long Bomb Blues con la slide acustica di Mick Abrahams protagonista. Il disco però non ebbe l’auspicato successo e Mick, amareggiato e sfiduciato nei confronti del rock business, sciolse la band.
Dei Blodwyn Pig e' consigliato prima di lasciarli, oltre i due dischi ufficiali sunnominati, anche "The Basement Tapes", uscito nel 2.000 per l'Hux Records, con BBC Sessions per Top Gear del 1969, John Peel del 1974, Radio 1 'Live in Concert' del 1974, più due bonus tracks di Mick Abrahams registrate ai Black Barn Studios di Ripley nel 1996. The Basement Tapes contiene alcune buone unreleased tracks come Mr. Green's Blues, Blues of a Dunstable Truck Driving Man - studio/live - un delta blues acustico di bravura alla slide guitar di Mick Abrahams, Baby Girl, The Leaving Song, la lunga I Know, e la cover del classico rock Hound Dog. Si tratta di registrazioni che attestano gli ultimissimi fuochi dei Blodwyn Pig, e che non aggiungono nulla di particolarmente nuovo al loro stile: a completamento della loro curva artistica però ci stanno. (P.W.B.)
MICK ABRAHAMS: la Carriera Solista
Nel 1971 uscì il suo primo solo album: “Mike Abrahams” (Chrysalis), con il batterista Ritchie Dharma, il bassista Walt Monagham e il tastierista Bob Sargeant, fu un ottimo lavoro, molto eclettico, spesso in acustico con influenze blues e country, la song finale Season, 15’ minuti di rock progressivo psichedelico, con influenze Yes, non riuscì però ad essere completamente convincente; la Mick Abrahams Band fu comunque tra le più gettonate nel circuito universitario UK in quei primi anni 70. A chiudere il periodo classico di Mick Abrahams, il suo secondo lp: “At Last” (Chrysalis), con il ritorno dei sassofoni di Jack Lancaster e la medesima line-up del disco precedente, un lavoro senza infamia e senza lode, con un songwriting piuttosto debole e varie influenze prog a rendere più confusa la situazione, un lavoro oggigiorno riservato ai collezionisti. Da segnalare nel 1975 l’lp “Learning To Play Guitar With Mick Abrahams”, un album prettamente didattico. Poi un lunghissimo stop, Mick sparì dalle scene rock per molti anni, sino agli anni 90, quando ricominciò a suonare dal vivo e a registrare, da segnalare alcuni buoni cd live come “Live In Madrid” e “Live: All Tore Down”, con un rock blues elettrico trascinante e di ottima qualità. Ho avuto anche il piacere di vederlo dal vivo all’Idro Blues Festival a Milano, alla batteria c’era Clive Bunker (ex Jethro Tull): un bel concerto e un Mick simpaticissimo che si sforzava nel parlare un buffo italiano raccontandoci del suo amore per il gin e per la birra; in quella occasione ci propose una chilometrica Cat’s Squirrel, suo cavallo di battaglia live, veramente travolgente. In tempi recenti ha avuto dei problemi di salute, speriamo di rivederlo presto on stage.
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