Stumbleine Spiderwebbed
La scena elettronica di Bristol sembra ancora un vulcano in perenne eruzione. È la volta di Stumbleine, produttore fra i più interessanti ed innovativi che, dopo qualche autoproduzione esplorativa, offre al pubblico il suo primo CD. Chillwave, dubstep, shoegaze, glo-fi. Definizioni volte a definire generi o meglio umori musicali che in questo superbo “Spiderwebbed” non trovano ragione di esistere in quanto fuse in un unico, ipnotico, affascinante affresco sonoro. Atmosfere eteree e ritmi spezzati, chitarre dilaniate e dilanianti, groove frantumato in schegge vaganti fra psichedelia e r'n'b acido. Costruzioni armoniche solidissime nella loro evanescenza. Cherry Blossom spazia tra incubi urbani e brezze bucoliche, emozionando col suo ritmo indolente e arcano. Suoni vellutati, gentili eppure pregni di un'ebbra febbre sonica. Corpo e anima, sensualità ed ascesi. If You trascina la mente in una danza onirica grazie alla ritmica soffusa e ipnotica ed alle chitarre che, magicamente sottintese, avvolgono l'ascoltatore in una vertigine di estatico godimento. Dopo il fulminante r'n'b di Capulet ecco uno dei pezzi più affascinanti del disco: The beat my heart skips evoca sonorità elettroniche di antico sapore analogico, creando un'inquietante filastrocca acida e morbosamente sensuale. Le danze macabre di Honeycomb e Solar Flare ci introducono alla suggestiva cover di Fade into you in cui i ricordi della versione originale di Mazzy Star si tramutano in pallide eco armoniche che rimandano con eleganza all'arrangiamento primigenio. Kaleidoscope si infrange contro i nostri timpani col suo ritmo granitico e le sue inaspettate macchie grunge. Chiudono la malinconica e bellissima The corner of her eye e la straziata e straziante Catherine wheel. Un disco bello e colto, una summa di ciò che di meglio l'underground elettro-psichedelico inglese ha saputo produrre nell'ultimo quarto di secolo.
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