The Haggis Horns ONE OF THESE DAYS
Inghilterra #consigliatodadistorsioni
Il quarto album dei valorosi funksters Haggis Horns, originari della brumosa Leeds, Yorkshire, UK è un album di deep funk, con qualche pennellata di disco, afro beat, hip-hop, northern soul di pregiatissima fattura. La band ha accompagnato, tra gli altri, gente del calibro di Jamiroquai, Corinne Bailey-Rae, John Legend, The Roots e, citazione che ci fa particolarmente piacere, la fantastica Cinematic Orchestra. Mark Ronson l’ha definita “la miglior sezione fiati del mondo”! Nove, infuocate tracks, due delle quali strumentali e le altre sette che ospitano “guest stars” alla voce, in particolare Lucinda Slim, Doc Brown e John McCallum. I sette membri della band, con la classica sezione ritmica (basso, batteria, piano e chitarra) e i tre fiati, due sax e una tromba, spaziano senza problemi dallo slow funk strumentale dell’opener Curse Of The Haggis, una specie di manifesto, con la chitarra wah wah a segnare il perimetro, ad atmosfere da Studio 54 (la seguente New York Beat, con la voce di Lucinda Slim) al “funk-hop” di Take it Back e What It’s All About, con le rime di Doc Brown.
L’apice è raggiunto dagli gli otto minuti abbondanti di World Gone Crazy, un numero soul-funk irresistibile, con nuovamente l’ottima Lucinda Slim alla voce e la chitarra di Ben Barker in evidenza sulla micidiale sezione fiati. John McCallum presta la sua morbida voce “soulful” ai due pezzi più pacati del disco, le due ballate ben congegnate The Long Way e One Of These Days, con un pizzico di gospel a fare capolino. Nella piovosa isola di Albione c’è una lunga tradizione di gruppi funk e soul, in questo solco gli Haggis Horns hanno senz’altro il loro posto preminente, oltretutto titolari di una solida fama di live performers. Un gran disco, dunque, per questi che, come essi stessi si definiscono, sono davvero una “live funk estravaganza”, che combina heavy breakbeat funk, soul, hip-hop e afrobeat con la destrezza di affermati musicisti jazz.
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