This Town Needs Guns 13.0.0.0.0
La scena oxfordiana regala sempre novità interessanti quando si tratta di sperimentazioni rock. Culla del math rock contemporaneo ad Oxford si sono incontrate le esperienze attualmente più significative per questa corrente: The Edmund Fitzgerald, trasformatisi successivamente nei più “popular” The Foals e per l’appunto i The Town Needs Gun. A distanza di un quinquennio dal disco d’esordio "Animals” i TTNG fanno uscire “13.0.0.0.0” subendo anche loro una trasformazione nel sound e nella line-up che cambia per metà sostituendo il cantante ed il bassista. Parafrasando il risultato in termini matematici possiamo dire che 2+2=5. Come i compaesani Radiohead hanno insegnato, nella musica la proprietà commutativa non solo non esiste ma è quanto più evitabile. Infatti se strumentalmente le asimmetrie ritmiche, i tempi composti, gli arpeggi incastrati secondo schemi precisi e non sfuggenti, come ad esempio nella musica prog, rimangono una costante della composizione, la melodia della voce di Henry Tremain che ricorda tanto quella di Aaron Marsh dei Copeland, il suono caldo ma estremamente pulito delle chitarre accordate qualche tono sotto, donano un carattere deciso e differente a questo lavoro. L’influenza del post rock e dei suoni ambient si fa più forte in brani come In The Branches of Yggdrasil e negli intermezzi che accompagnano la maggior parte dei brani.
In Left Alligned e in I’ll take a minute snake si possono rintracciare nell’uso del tempo sincopato riferimenti al rock-pop degli Incubus. Non mancano brani soft come 2 Birds, 1 Stone And An Empty Stomach in cui la batteria non entra di prepotenza, come ad esempio in Havoc in the Forum. La presenza e la bravura del batterista Chris Collins rimane in ogni caso uno dei tratti distintivi del loro sound. Triptych invece fa da legante con il lavoro precedente Animals, sia per composizione che per la linea vocale che sembra ricalcare l’impronta di Stuart Smith. I due intermezzi strumentali Nice Riff, Clichard e Pygmy Polygamy spiccano il primo per la bellezza dei due riff ripetuti e declinati, con sottofondo drum & bass, alla 65 Days Of Static, l’altro con influenze di tipo etnico. Segue A Different Kind of Tall un pezzo dedicato all’arte fotografica in cui s’impone la melodia vocale di Tremain. Decisamente il brano più pop tra quelli cantati. 13.0.0.0.0 è un disco che riesce a tenere incollati dall’inizio alla fine grazie alla perfetta compenetrazione compositiva tra parti strumentali e parti cantate, tra melodia e ritmo, tra arpeggi, riff e tempi irregolari. Anche l’ostilità dei più ferrei oppositori del timbro vocale “emo” di Tremain dovrà addolcirsi dopo l’ascolto di questi dodici brani.
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