Tomasz Stańko Trombettista virtuoso e malinconicamente lirico
1942 - 2018
Classe 1942 Tomasz Stańko ci ha lasciato improvvisamente ma sappiamo che era ammalato da diverso tempo. Una carriera meravigliosa la sua, dotato di un timbro denso ed a volte straziante con una melancolia di fondo. La sua tromba ha vacillato spesso tra lirismo e virtuosimo. Inizia a suonare negli anni ‘60 con Krzystof Komeda nel suo quintetto e successivamente si avvicina al free jazz collaborando, tra gli altri, con Don Cherry.
Le esperienze del musicista polacco si muovono, nel corso degli anni, dal free jazz fino a esperimenti fusion con l'aiuto dell'elettronica. La lista delle collaborazioni è infinita, sia con musicisti europei (Arild Andersen, Bobo Stenson, Edward Vesala) che con quelli d'oltreoceano (Cecil Taylor, Lee Konitz, Craig Taborn) solo per citarne alcuni. Dal 1975 inizia a collaborare con la casa discografica tedesca Ecm Records. Ricordiamo soprattutto il sodalizio con il pianista Bobo Stenson, che lo porta dalla metà degli anni ‘90 a produrre degli album meravigliosi per l'etichetta Ecm, da citare sicuramente “Matka Joanna ” (nella foto), “Leosia”, ”Lontano”.
Sempre nel medesimo periodo incontra il pianista Marcin Wasilewsky e struttura un quartetto formato da lui, Slawomir Kurkiewicz al contrabbasso e Michal Miskiewicz alla batteria. L'interplay con questi giovanissimi è perfetto e Stańko crea un serie di album memorabili (“Soul of Things” nella foto, “Suspended Night”). Grazia, intelligenza e approccio modale caratterizzano i progetti di questo periodo. Non soddisfatto nel 2013 fonda il suo quartetto newyorkese di cui fanno parte David Virelles al piano, Gerald Cleaver alla batteria e Thomas Morgan al contrabbasso. I due album prodotti (“Wislawa” e“December") sono il miglior testamento che questo incredibile musicista ci ha lasciato.
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