The Newlanders UNO
Rock impetuoso con aperture melodiche e orecchiabili, questo del trio (voce/chitarra, tastiere, batteria) The Newlanders da Alessandria. Vista tanta orecchiabilità e una produzione senza artigli, il rischio del “finto rock” in questo album d’esordio sarebbe dietro l’angolo, ma i tre riescono abilmente a (quasi) evitarlo grazie alla discreta fattura intrinseca delle canzoni.
Qualche eco anni ’80 (Cure) appare piacevolmente in 26.05.07 che apre il breve album (32 minuti) mentre ancora la new wave ottantina si appropria di Lovestory, anche scelto come singolo. Molto bella la più morbida Ruin vagamente lennoniana (o oasisiana?), mentre accattivanti sono le ritmate scansioni di Pain Is Painless che però sfiora l’airplay radiofonico. Where We Were è un lentaccio strappacuore piuttosto discutibile, al contrario della deliziosa e conclusiva Song In G che spingendosi più apertamente in convincenti territori pop/blues beatlesiani vince la palma d’oro tra le nove canzoni presenti.
Una produzione scarsina relega nel limbo dell’indecisione un suono che rimane troppo morbido per i puristi rock e troppo duro per il mainstream commerciale. Degli Area citati nelle note tra le fonti dell’ispirazione non c’è neppure l’ombra, purtroppo.
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