Blonder RADIO EP
“Radio” è il primo EP e la prima uscita ufficiale del gruppo punk garage Blonder. Traduce e trasuda l’estetica lo-fi e la predilezione del VDSS studio e di Miacameretta Records per un suono classico che guarda alla tradizione e al vintage di fine anni ’60 ma che allo stesso tempo si orienta anche verso una struttura melodica e ben armonizzata che non entra mai nell’eccesso o nella destrutturazione. Sono Lorenzo Vermiglio, chitarra e voce, Mauro Passeri al basso e Andrea Sperduti batteria. Una rabbia e un’abrasione che dovrebbero rifarsi ad un’attitudine ribelle e dissacrante diventano solo una buona prova d’esordio con un rock gradevole ed energico ma davvero asettico e senza mordente emozionale. Forse per le nuove generazioni che non hanno avuto modo di annusare le atmosfere incendiarie e inquiete del punk del ’77 e che in piena epoca post punk (quando usciva “Punk in Drublic” dei Nofx o “Let’s Go” dei Rancid, a rivalutare il lato più clownesco e orecchiabile del genere) stavano ancora attaccati alle tette di mamma, questo disco potrà destare entusiasmo e avere vibrazioni positive da regalare. Sicuramente sempre meglio e sempre oltre la gran massa di porcheria che i nostri tempi moderni e le leggi del mercato ci fanno digerire. Gradevole e spumeggiante la power ballad More Drugs Blue Sky che fa leva su un’intersezione brillante di chitarra e batteria. Struttura garage noise per Hawaii e ritmo accattivante per Transistor fino alle diluizioni dell’ultimo And Feathered Clouds che rimane invischiata nella propria prevedibilità di shoegaze trascolorato che si rianima in ritornelli indie pop e nello yu yu da collage band. Davvero si premia la coerenza, lo spirito scanzonato e il talento di questo trio senza poter fare altrettanto per l’originalità. Confidiamo che la loro spavalderia ed il piglio sicuro che ne rivela l’impegno, la freschezza e l’entusiasmo possano portarci in futuro anche ad una maggiore personalizzazione dei loro intenti, qualcosa che anche nella liceità di un ripescaggio ci delinei un’appartenenza, un’impronta che li sappia rendere riconoscibili.
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