Pierpaolo Lauriola POLVERE.
Attraverso i Pliskin, attraverso gli anni Novanta, sfiorando eclettismi e visioni fra Sylvian e Young. Una splendida sfida. “Polvere.”, e il punto fa parte del titolo, è testi, musica, voce, chitarre, basso di Pierpaolo Lauriola. Non so se la definizione di cantautore rock gli piacerebbe, ma forse songwriter onirico gli sarà più gradita. C’è passione ne I silenzi, e La carne del tempo accoglie sfumature che rimandano ai chiaroscuri di “On The Beach” del bardo dell'Ontario. Una storia di strada che cinge d’alloro più di trecento concerti, e una sincera purezza letteraria e musicale rendono quasi vezzi le piccole ingenuità di questo primo lavoro da solista. Pezzi che, riamati e rielaborati, ci presentano un musicista vero e sincero. Ascoltate Ci consumeremo in un abbraccio o la struggente Una rosa divenuta tenera passione per voler andare ancora più a fondo, voler perdersi e capire e poi perdersi ancora in queste note e in questi versi. Il Tempo, la Polvere… introspezioni struggenti. L’alternativa è un piccolo capolavoro fra le rimembranze dei suoni del compianto Michael Hedges e delle liriche e delle vocalità dell’immenso Fausto Rossi.
Nativo di Manfredonia, ma milanese di adozione, Pierpaolo Lauriola ci offre un doppio cd anomalo. Ogni pezzo ha il suo doppio. “Domo” version (tracce dalla 9 alla 16) e “versione acustica” (dalla traccia 1 alla 8) a sancire la santa alleanza fra sé e la propria nemesi. Poche le strade e pochi gli incroci, poche le alternative. Acustico? Elettrico? Un disco coraggioso. I silenzi elettrici rapiscono, la psyco-ballad - “abbiamo rincorso le nostre lacrime inseguiti dal tempo che passa e mossi dall’ardore abbiamo bevuto fino a che l’alba non ci ha visti di nuovo ridere…” - de La carne del tempo è un capolavoro assoluto, e sarà bello riascoltarla ad libitum. I dischi sono due, magicamente stranianti. Assolutamente bellissima anche la seconda versione di Una rosa divenuta tenera passione, poesia di Giuseppe Lavermicocca musicata con trasporto e perizia. Noi, qui, di nuovo è meravigliosa nella versione elettrica. Si va oltre il qui, si va oltre: magnifica! Sogni e Segni lacera e commuove. Io Brindo è un degno finale per un disco emozionante. Attendiamo con ammirazione il seguito.
Commenti →