Il Carico Dei Suoni Sospesi NON PRATICO VANDALISMO
Firenze ed ancora Firenze. Dopo la bella ed esauriente raccolta “The Next Wave” di qualche mese fa che raccoglieva alcune delle migliori band della zona torniamo volentieri a parlare del favoloso capoluogo toscano. Il Carico dei Suoni Sospesi si sono formati nel 2008 riuscendo nel giro di pochi anni a mettere sul mercato la loro prima autoproduzione ”Condizione Alienata” sorprendente e brillante opera prima con ottimi riscontri di critica nel web e ben accolto dalla scena underground cittadina. Giusta la scelta di optare per la lingua italiana, fondamentale vista la molteplicità di citazioni e situazioni presenti nelle loro liriche, affatto secondarie rispetto al già potente tessuto sonoro. Molto bravi ICDSS a evitare le trappole di quell'italian rock un pò plastificato e pseudo-punk di formazioni ingiustamente portate a gloria da tutti come Prozac+ e simili.
La struttura dei loro pezzi è molto elaborata, mai troppo veloce per essere punk, men che mai hardcore, il basso suona funk quasi anni 80' (Gang of Four, Pop Group ed affini) ed il suono stesso è figlio di quell'era musicale recentemente riportato in piena luce. Le parole ci narrano dei malesseri che colpiscono la nostra epoca, bastano i titoli ad indicarceli Abitudini, Sua maestà il mercato, L'uomo non serve all'universo, Sensi di colpa di un ritardatario cittadino medio, quest'ultima una delle migliori e geniali title-song che ho incontrato da un bel pezzo a questa parte. Non era facile per ICDSS ripetersi a quei livelli ma il nuovo disco "Non pratico vandalismo", altro titolo killer, è, se possibile, ancora più intrigante e complesso del precedente. Dice Massimo, chitarrista, "Al momento dell'entrata in studio abbiamo deciso di non frenare la fantasia, e quindi abbiamo riempito il disco di elettronica da noi suonata, tracce puramente digitali, fiati e archi suonati dal vivo, voci e chitarre doppiate ed alcune tracce audio che citano film per noi significativi”. Migliore presentazione non ci potrebbe essere, la musica in effetti rispecchia fedelmente questa introduzione.
Il Carico dei suoni sospesi sono: Sara Matteini, voce, Sacha Mecocci, basso, Massimo Caverni, chitarra e Simone Fittipaldi alla batteria. Dopo il breve Intro, Di-gestione, mirabile doppio senso, è già una bella pugnalata ficcata nel petto mentre più rilassante è la seguente Giuliano the cat. A me è venuta il mente la compianta Giuni Russo chissà perché, se non fosse però per il frenetico finale e le paroline non esattamente da educande snocciolate dalla bravissima Sara. Belle le elettroniche ed i ritmi post punk di il Carico dei suoni sospesi/Mondo reale, trascinante brano con un cantato al limite del reading e tutto il lercio dell'attuale società ben espletato nei quasi 5 minuti della canzone. Un gran bel brano che immagino sarà molto richiesto nei futuri live act del quintetto toscano. Re-nata è solo una breve pausa nel ribollente suono del ICDSS, torna la rabbia infatti nella cruda L'età dell'ansia, frenetica song con fendenti chitarristici ed una significativa citazione dal cult movie “Fight Club": “Va tutto a fondo, bello. Perciò vaffanculo tu e il tuo divanetto a strisce verdi alla moda. Io dico: non essere mai completo. Io dico: smettila di essere perfetto. E io dico: dai, evolviamoci, le cose vadano come devono andare".
PensieriTossici&fioridiBach, e certo la fantasia non fa difetto ai fiorentini, si basa su puri ritmi elettronici, ed è il brano più articolato ed originale dell'intero disco. Nove minuti dove accade di tutto. Dopo il solito vibrante cantato/reading di Sara, con la splendida Simona Gretchen quale unico paragone possibile in ambito italico, arrivano nell'ordine: il basso pompato di Sacha, la chitarra guizzante di Massimo ed i fiati che riportano il brano sui binari iniziali. "La mia mente non è la realtà, la realtà non è" ripete a cascata la voce, splendido intanto l'intarsio fiatistico molto Pop Group/Clock Dva e il finale rabbioso al limite dell'hardcore "se non sai chiedi, se ti senti insoddisfatto agisci". Gran pezzo.
Non c'è un attimo di tregua, ecco MDMA(carne trita) col solito linguaggio diretto "dai la nascita dai la morte quando te lo cacciano in culo ti lamenti", saettante Condizionata, e dissacrante Pseudocattolica con intro di campane e cori celestiali pseudo-vaticani con tanto di "mea culpa e servo-cattolica" dentro. Aerfect, Sacha Denz e La scia sono altri tre brani vincenti che conducono "Non pratico vandalismo" alla sua conclusione affidata all'elettronica della strumentale Outro. Spiegano ancora con grande saggezza i ragazzi del gruppo "Al centro del disco c'è, come nel primo album, l'essere umano. Possiamo, se vogliamo, distinguere due sfere concettuali primarie: una che parla dell'umano, l'altra che parla del mondo" per finire con "tutto il disco, pezzi intimistici compresi, sono un invito alla Libertà di pensiero, alla responsabilità individuale ed alla presa di coscienza nel rendersi completamente incondizionati". Grandi pensieri per un grande disco, libero, scevro da condizionamenti e seghe mentali che troppo spesso affliggono il rock di casa nostra.
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