Canicola ISOLA
Canicola, trio di stanza a Milano, dopo due EP solo in versione digitale ("Demo 2011" e "Chi salverà il demone che vive dentro di te?" (2012)) approdano a "Isola", primo corposo lavoro (quasi un'ora di durata) sulla lunga distanza. Guidati da Matteo Martini (voce, chitarre, sintetizzatori) definiscono il loro progetto 'Electro Machines Rock'. In effetti la particolarità dei 12 brani di Isola è nell'impiego fisso in funzione ritmica della drum machine che alla fine conferisce al lavoro - insieme ai suddetti synth - un andamento particolarmente ipnotico e freddo (Il Rimedio, 30 Fantasmi). Eugenio (chitarra elettrica, scatolino) e Giacomo (basso, piano, tastiere) coadiuvano il leader nella messa a punto di un indie rock parecchio debitore ad icone internazionali (Radiohead) e nostrane (Marlene Kuntz in primis).
L'influenza di Cristiano Godano e c. è lapalissiana nelle asciutte inflessioni/performances vocali di Matteo Martini, ma in generale nel mood tormentato di molti brani (La Tempesta, La Realtà, Il Colore, La Finestra) e nelle loro liriche particolarmente intimistiche. Ma non mancano anche rimandi più o meno diretti, consapevoli o meno, ai Tiromancino di Federico Zampaglione (30 Fantasmi). Il discorso inevitabile delle influenze non faccia però pensare che Isola sia un disco derivativo e basta, anzi: siamo alle prese con un lavoro ambizioso, percorso da nobilissime tensioni strumentali e vocali. Lenti, sofferenti e meditativi segmenti espressivi (La Finestra) convivono - alternandosi - in mirabile equilibrio con impetuosi soprassalti post punk. C'è anche lo spazio per un potenziale intelligente brano radio friendly (Un Giocattolo). Le macchine alla fine trovano la giusta fusione con l'elettricità di chitarre (spesso in bella evidenza) e tastiere. Matteo Martini è senza dubbio un compositore-cantante dotato di notevole talento. Ed Isola è un piccolo nuovo vibrante, imprescindibile manifesto dell'indie rock italiano.
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